21 marzo 2024
Negli ultimi decenni il FAI ha lavorato al Castello di Avio, portando avanti l’attento progetto di conoscenza e di restauro cominciato da Renato Bazzoni, architetto tra i padri fondatori del FAI, che per primo si era occupato di studiare il monumento e affrontare i lavori iniziali. La costruzione del castello che ammiriamo oggi – composta di alte torri, lunghe mura di cinta e percorsi che si snodano tra di esse e si aprono in spazi aperti – si è evoluta nei secoli mantenendo l’unità della sua impostazione, nonostante il mutare degli stili architettonici, delle tecniche di difesa e delle esigenze abitative.
Il castello si inserisce armoniosamente a ridosso del Monte Baldo, e si integra con esso grazie all’utilizzo della sua pietra, dai toni caldi e dal taglio squadrato.
Il complesso ha una connotazione fragile, che ha bisogno di continui interventi di manutenzione e consolidamento per la sua conservazione e messa in sicurezza. Per questo motivo, ma anche per offrire al pubblico una fruizione sempre più coinvolgente, oggi il castello richiede nuovi interventi di consolidamento, oltre che nuove indispensabili dotazioni impiantistiche.
Il cantiere, avviato il 18 marzo scorso, finanziato per il 75% dalla Provincia Autonoma di Trento, porta a compimento un ciclo di lavori molto impegnativi incominciati negli ultimi anni e interverrà su diversi ambiti di intervento. La sommità delle murature del Palazzo Baronale e delle corti interne che lo circondano saranno consolidate, e, all’interno dell’edificio, grazie alla realizzazione di nuovi impalcati in legno e l’aggiunta di una scala per accedervi, saranno realizzate tre nuove sale, che permetteranno di ampliare l’offerta per le oltre 48.000 persone che ogni anno visitano il Bene FAI.
In queste prime settimane i lavori si stanno concentrando su un altro ambito posto fuori dalle mura: la Torre di Guardia, un piccolo manufatto in pietra che si eleva a fianco del percorso pedonale di ingresso.
La torre è situata in una posizione vulnerabile, a valle del versante montuoso su cui si erge il Castello, in cui defluiscono naturalmente le acque e presso cui è facile che avvengano piccoli scivolamenti di terreno.
Per rendere più sicura l’area e garantire la conservazione dell’edificio, sarà scavato a monte dell’edificio un canale di raccolta delle acque, che in caso di eventi piovosi – anche di elevata portata – possa intercettare l’acqua e allontanarla dal manufatto. All’interno delle mura si sta costruendo un impalcato di legno di larice, necessario per rendere solidali le strutture tra loro e garantirne la stabilità. A seguire saranno restaurate le superfici lapidee e consolidati gli orli superiori.
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