Le Giornate FAI di Primavera 2022 si aprono sull’onda della riflessione

Le Giornate FAI di Primavera 2022 si aprono sull’onda della riflessione

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Le Giornate FAI di Primavera 2022 si aprono sull’onda della riflessione
Focus

17 marzo 2022

«Le Giornate FAI di Primavera 2022, ormai nella piena maturità del loro trentesimo anno di vita, si aprono sull’onda delle riflessioni e delle fortissime emozioni di queste ultime settimane». Il discorso del Presidente FAI Marco Magnifico.

Avrei voluto oggi con voi, con lei Ministro che sempre con amicizia e da tanti anni ci ospita in questo salone in questa occasione, con voi giornalisti che da sempre ci seguite con simpatia, costanza e generosità, con voi Delegati e volontari del FAI che a migliaia e da anni vi mettete in gioco con spirito civico e una passione commovente, con voi cittadini italiani che a milioni ci avete seguito, incoraggiato e sostenuto con la vostra partecipazione e le vostre iscrizioni, con voi aziende che avete deciso di essere nostri partner in questo grande evento, avrei voluto festeggiare con la solennità, la gioia, il sorriso, il tintinnio di calici che i grandi anniversari richiedono i 30 anni delle Giornate FAI di Primavera.

Avrei commentato con giustificato orgoglio e meritata enfasi cifre che ci paiono da capogiro come i ben 11 milioni e 600 mila visitatori che 145.500 Delegati e Volontari hanno accolto in ben 14.090 monumenti eccezionalmente aperti a tutti in questi 30 anni, raccontati e illustrati da una schiera di 330.000 studenti che noi abbiamo chiamato Apprendisti Ciceroni; ragazzi entusiasti che studiano i monumenti aperti e li raccontano agli adulti in visita con l’energia e l’entusiasmo dei teenagers; (non sapete quanta persone incontro che mi dicono “Sa! Io sono stato Apprendista Cicerone… un’esperienza che non dimenticherò mai…”; una grande soddisfazione per noi!). Sarei partito, in questa commossa rievocazione, dai ricordi della prima timida edizione; avevo 37 anni e correvo in motorino da un luogo all’altro di Milano a consegnare le giunchiglie che la Crespi aveva deciso di regalare a chi si iscriveva; senonché durante il trasporto i fiori si rompevano… Le Giornate FAI di Primavera erano una scommessa; e il FAI pure! Avrei fatto un’appassionata carrellata dei monumenti più straordinari riscoperti, ripuliti e riaperti per tutti dagli indomiti delegati e volontari del FAI; ricordo le fatiche improbe di quelli di Messina per ripulire da decine di centimetri di guano la gloriosa, cinquecentesca lanterna di Montorsoli che chiude il porto, riaperta nel 2005 in Giornate FAI dopo anni di abbandono e assalita da 25mila visitatori in due giorni…; e come questa altre storie tra l’eroico e il gioioso per raccontare di questi 30 anni di Giornate FAI che abbiamo sempre vissuto come la festa più bella e sentita del Paese attorno ai monumenti italiani.

Avrei… avrei… avrei…; ma i giorni cupi, amari e interminabili che stiamo vivendo non consentono al nostro cuore la lievità che un festeggiamento richiede; il tentativo di celebrare un funerale alla liberal-democrazia che si sta consumando alle porte di casa, l’eroismo di chi combatte per difendere quei valori fondamentali oltreché i propri cari e le proprie case, il terrore di chi fugge, la tragedia di chi non ce l’ha fatta non ci consentono di festeggiare; ma solo di riflettere per, forse, fortificarci.

Quel Cristo di Leopoli che quasi con resistenza lascia la sua chiesa e al quale noi del FAI un domani saremmo felici di poter offrire un restauro, quei monumenti annegati in sacchi di sabbia o fasciati per evitare le ferite mortali del cannone, quelle variopinte case barocche che attendono il peggio, quel magnifico teatro che invece della Manon in programma a fine febbraio mette in scena un improvvisato centro profughi ci consentono una volta di più di riflettere sul ruolo che questi oggetti, questi edifici e questi contesti urbani rappresentano per noi e per la nostra vita. Nel momento in cui temono di esserne privati per sempre osserviamo commossi gli amici ucraini che li mettono in sicurezza, che li vivono come si vive una casa comune, che li proteggono come il tesoro delle loro famiglie da mettere in salvo per chi verrà dopo di loro.

Le Giornate FAI di Primavera 2022, ormai nella piena maturità del loro trentesimo anno di vita, si aprono dunque sull’onda delle riflessioni e delle fortissime emozioni che tutto ciò ci suggerisce.

Il Patrimonio storico, artistico e paesaggistico della Nazione sarà aperto, visitato, raccontato, ascoltato e guardato come specchio e al contempo realtà tangibile della nostra identità personale e collettiva e come materia inesauribile da conoscere e tramandare; prodotto di ingegni, usi e storie multiformi, di incroci sia ricercati che casuali, di culture diverse che sul campo si integrano per divenire sempre più varie, più ricche, più prolifiche e dunque più generose di insegnamenti e indirizzi per una vita migliore. Il Patrimonio d’arte e di natura del nostro paese aperto in Giornate FAI sarà raccontato, con la vitalità e la spensieratezza dei giovani, come sostanza viva nella quale, al pari della placenta della nostra mamma, veniamo al mondo e che, al pari dei DNA dei nostri genitori, definisce gli ambiti culturali, civili e sociali nei quali scorrerà la nostra vita e che noi a nostra volta contribuiremo a modificare e integrare nell’inarrestabile evolversi e accrescersi della Storia; con quel ruolo cosi alto, solenne e impegnativo assegnatoci dal buon Dio di continuare, magari perfezionandola ma troppo spesso mortificandola, la Sua Creazione.

La scoperta e la conoscenza di questa infinita materia nelle sue incarnazioni meno conosciute, più nascoste, segrete, spesso insospettate e a volte dimenticate sono sempre state il movente delle Giornate FAI di Primavera che per 30 anni abbiamo vissuto come una festa collettiva, come un grande, gioioso e rumoroso happening attorno al Paesaggio e al Patrimonio. Quest’anno l’approccio, pur nella identità dello scopo, è un po’ diverso; ci rendiamo conto di accostarci a questo evento, come sempre grandioso, multiforme e sorprendente, più riflessivi e pensierosi, quasi muti, in cerca, certo! di sorpresa e ansia di vedere e sapere ma oggi anche di conferme, testimonianze, indicazioni ed esempi sui quali costruire una convivenza sempre più consapevole sia con l’eredità dei valori, delle idee e degli insegnamenti che vengono dalla nostra Storia nazionale ed europea sia con i nostri simili in ogni parte del mondo, anche quelli con usi e costumi più diversi dai nostri; in quella indispensabile ricerca di certezze nei valori di umanità, libertà, fratellanza, stile, che proprio di fianco a noi vengono calpestati dalla protervia di chi si reputa il padrone.

Le Giornate FAI di Primavera 2022 vissute dunque più nel raccoglimento, come momento di riflessione e di stimolo alla ricerca di quelle indicazioni che la Storia, se letta con umiltà, curiosità, profondità e ansia del sapere ci da attraverso le opere d’arte, i monumenti e ogni testimonianza del passato con una abbondanza e una generosità praticamente illimitate e che sempre ci sorprendono.

Il tutto - sempre! - con gli occhi illuminati dalle mille sorprese che le Giornate FAI ci riserveranno, con le bocche aperte per lo stupore e con il desiderio – mi auguro- di continuare a sostenere il FAI con la propria iscrizione e i liberi contributi per rafforzare e ingrossare questo grande esercito del Bene e del Bello.

E con un pezzo di cuore a Kyïv.

Marco Magnifico, Presidente FAI

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