Le collezioni digitali del FAI: un patrimonio nel patrimonio

Le collezioni digitali del FAI: un patrimonio nel patrimonio

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Le collezioni digitali del FAI: un patrimonio nel patrimonio
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23 gennaio 2024

Un nuovo catalogo online svela il patrimonio custodito all’interno dei Beni: dipinti, arredi e oggetti sono ora a portata di clic.

Il patrimonio del FAI

Il patrimonio del FAI consiste nei suoi 71 Beni, ma molti Beni custodiscono e contengono a loro volta un patrimonio, composto da un totale di 30.000 opere d’arte, arredi e oggetti vari, 40.000 libri e 17.700 metri quadrati di superfici decorate.

Alcune sono vere e proprie collezioni d’arte, ma molti sono oggetti – dagli orologi agli strumenti musicali, dalle stoviglie agli attrezzi agricoli –, che fanno parte della storia e della vita di quei luoghi.

È fondamentale mantenere il legame tra gli oggetti e i luoghi, perché gli oggetti trovano significato e valore nel loro contesto, e i luoghi, grazie agli oggetti che conservano, si riempiono di vita, di umanità e di storie.

E tuttavia, per doverose esigenze di conservazione, il FAI fin dalla sua nascita ha isolato – seppur virtualmente – ogni singolo oggetto, schedandolo in un catalogo redatto secondo criteri stabiliti dagli enti ministeriali preposti.

La catalogazione e la digitalizzazione

La catalogazione e la progressiva digitalizzazione di questo del patrimonio, finanziate da Regione Lombardia e dall'Associazione Amici del FAI, si devono negli anni al lavoro di curatori, studiosi e archivisti coadiuvati da mezzi tecnologici sempre più sofisticati.

E qui è la novità: finora questo catalogo è stato uno strumento di studio e di raccolta dati a uso solo interno, ma da oggi diventa un archivio multimediale accessibile da tutti online.

Il sito www.faicollezioni.it è un catalogo digitale in costante aggiornamento e incremento, che permette di scoprire una selezione degli oggetti più importanti e curiosi del patrimonio dei Beni del FAI. L’obiettivo è valorizzare ulteriormente questo insieme straordinario nel suo complesso, per quantità e qualità dei pezzi, e offrire a esperti e curiosi il libero accesso a una conoscenza approfondita, di dettaglio, e magari trasversale, cronologica o tematica. Molteplici sono, infatti, i percorsi che questo strumento digitale consentirà e che lo stesso FAI immagina di sviluppare nel tempo per promuovere una conoscenza particolare dei suoi Beni, ma anche per offrire suggestivi e curiosi affondi nella storia dell’arte, dell’arredamento o del costume nei secoli.

Le collezioni del FAI

Un catalogo digitale, con foto e schede descrittive, che permette di scoprire una selezione degli oggetti più importanti e curiosi del patrimonio dei Beni del FAI e che è costantemente aggiornato e implementato grazie a campagne di catalogazione e fotografiche professionali.

Il FAI ad “Haltadefinizione”

Le foto sono il “biglietto da visita” degli oggetti del catalogo: l’obiettivo del FAI è quello di dotarsi progressivamente di immagini professionali ad alta risoluzione di tutte le collezioni. Per questo motivo, oltre a campagne fotografiche dedicate, il FAI ha avviato, nell’ambito della “storica” partnership con la casa editrice Franco Cosimo Panini, una collaborazione con Haltadefinizione, tech company del Gruppo Panini Cultura specializzata nella digitalizzazione di beni culturali, che vanta numerosi progetti all’interno di importanti musei nazionali e internazionali. Il progetto in corso ha riguardato l’acquisizione in gigapixel di una selezione di dipinti di Palazzo Moroni, tra cui i capolavori di Giovan Battista Moroni.

collezioni
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Le tecnologie di acquisizione sviluppate da Haltadefinizione consentono di ottenere immagini digitali ad altissima risoluzione dei dipinti. Grazie ad algoritmi appositamente studiati, infatti, è possibile unire una grande quantità di singoli scatti fotografici di piccole porzioni dei ritratti per ottenere quella che viene definita un'immagine gigapixel.

Nascono così immagini dettagliatissime, costituite da miliardi di pixel e in grado di mostrare anche i più piccoli e impercettibili particolari delle opere oggetto di digitalizzazione. Le immagini frutto di questi processi sofisticati possono essere ingrandite decine di volte senza perdere definizione, permettendo di esplorare dettagli praticamente invisibili a occhio nudo, come le sottili pennellate e le crettature.

Questa avanzata tecnologia, certificata dall'Istituto Centrale del Restauro, si rivela fondamentale per monitorare lo stato di conservazione delle opere e valorizzare le collezioni del FAI attraverso approfondimenti, analisi comparative, attività di studio e ricerca. L'obiettivo di Haltadefinizione è garantire la tutela degli originali durante tutto il processo, dalla fase di acquisizione fino alla fruizione dell'immagine digitale. Le tecnologie impiegate non causano alcun degrado all'opera originale, assicurando la massima conservazione del dato digitale nel tempo.

Le straordinarie immagini dei dipinti custoditi a Palazzo Moroni sono online nell'Image Bank del sito di Haltadefinizione, accanto ai grandi capolavori delle Gallerie degli Uffizi, della Pinacoteca di Brera, del Museo del Cenacolo Vinciano, della Galleria Nazionale dell’Umbria e di altre prestigiose sedi culturali.

Grazie all'impiego di sofisticati software e visori appositamente sviluppati, gli utenti potranno fruire di un'esperienza unica: cliccando sulle immagini, sarà possibile zoomare ed esplorare ogni dettaglio in modo completamente nuovo.

Questo approccio tecnologico avanzato offre agli appassionati d'arte e agli studiosi l'opportunità di vivere una connessione più profonda con le opere, permettendo di apprezzarne la bellezza e scoprirne ogni sfumatura.

Nell'ambito del progetto, infine, Haltadefinizione ha realizzato le repliche dei tre ritratti di Giovan Battista Moroni (Albino, 1520/1524 –1578/1579), attualmente esposte nella Sala dell’Età dell’oro di Palazzo Moroni al posto degli originali, presenti all’interno della mostra Moroni (1521 – 1580). Il ritratto del suo tempo organizzata dalle Gallerie d’Italia di Milano e visitabile fino al 1° aprile 2024.

I processi di riproduzione adottati restituiscono non solo la cromia, ma anche le caratteristiche materiche degli originali.

Guarda i capolavori di Palazzo Moroni in gigapixel: clicca qui

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