01 luglio 2024
La Baia di Ieranto è un fiore all’occhiello tra i Beni del FAI per la suggestiva bellezza paesaggistica del promontorio che si inabissa nel mare, ma ha anche una qualità meno nota, ma non meno affascinante: si trova, infatti, al centro di una tra le più importanti rotte migratorie dei rapaci, che dall’Africa arrivano sui nostri cieli e attraversano lo stretto di Messina, minimizzando il sorvolo delle acque, tra Sicilia e Calabria.
In questo punto speciale del territorio italiano, ne vengono contati ogni anno circa 50.000, nella stagione di migrazione pre-riproduttiva e circa 20.000 in quella post-riproduttiva.
Le terre emerse, nella migrazione, vengono preferite all’acqua del Mediterraneo, per questo l’Italia è un corridoio naturale, come lo sono le piccole Isole e le Penisole che ne fanno parte.
Nel caso della Baia di Ieranto, il suo promontorio come prima propaggine verso il mare all’interno della penisola Sorrentina, così come Capri, Procida e Ischia – riferendoci in particolar modo al Golfo di Napoli – diventano i punti di riferimento dei migratori per abbandonare la distesa d’acqua, per trovare a terra luoghi di riposo e di alimentazione durante il loro lungo viaggio che compiono ogni anno da sud a nord e poi in senso contrario.
Per questi motivi il FAI ha deciso di aumentare l’attenzione verso queste gradite presenze nei cieli della Baia, con un progetto di ricerca e monitoraggio sui rapaci, che include anche visite guidate alla scoperta e all’osservazione di queste rotte migratorie nelle stagioni cosiddette di “passo”.
Del resto, una tra le diverse interpretazioni del significato di Ieranto è proprio “falco” dal greco Ierax, a testimonianza dello stretto rapporto esistente tra il territorio e questi animali.
Un rapporto che viene rinforzato anche dalla presenza ormai stabile, nidificante, del falco pellegrino, grazie anche alla tutela espressa dalla proprietà del FAI: le osservazioni lungo i sentieri hanno confermato la Baia di Ieranto come sito di presenza della specie. La nidificazione non è stata seguita al nido ma si ha certezza che sia avvenuta grazie alla serie di eventi che si sono susseguiti nei vari mesi di monitoraggio.
La ricercatrice Rossella Lanzieri di ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale) che ci affianca nel monitoraggio dell’avifauna a Ieranto, ci ha mandato una nota sulle osservazioni che sta eseguendo alla Baia di Ieranto:
«La prima osservazione è avvenuta a marzo quando una coppia di falchi pellegrini volava lungo costa e successivamente si allontanava in termica per poi scivolare in picchiata e seguire il crinale. A distanza di qualche settimana il maschio sfrecciava in diversi momenti della giornata in una direzione e poi nell'altra, molto probabilmente a caccia.
L'incontro che mi ha emozionata particolarmente è avvenuto ad aprile, all'alba, nel silenzio, un adulto beveva dalla vasca di raccolta dell'acqua presente nella proprietà, l'ho osservato immobile per un lungo minuto.
Poi è arrivato maggio, e sempre all'alba, lungo il sentiero mi ha accolto un giovane falco pellegrino involato da poco che non faceva altro che emettere versi di “richiesta cibo”, avrà poi raggiunto il suo scopo perché nel primo pomeriggio, abbiamo visto tre giovani e due adulti mentre volavano e vocalizzavano. Il loro modo di apprendere tecniche di volo e caccia».
Questa nota della ricercatrice è anche una preziosa testimonianza delle emozioni che si possono provare nei luoghi speciali che la Fondazione protegge e tutela da quasi 50 anni.
Edison sostiene i progetti di tutela della biodiversità FAI nell’ambito di una più ampia collaborazione che ci vede affiancati nel percorso di transizione ecologica ed energetica.
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