Il Presidente della Repubblica riceve il FAI al Quirinale

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Il Presidente della Repubblica riceve il FAI al Quirinale
Focus

28 aprile 2025

L’intervento del Presidente Mattarella durante l'incontro con una delegazione del FAI in occasione del cinquantesimo anniversario della sua fondazione.

Benvenute e Benvenuti a Quirinale.

Ringrazio il Presidente Magnifico per le considerazioni che ha svolto e per il suo impegno alla guida del FAI.

Il FAI continua nell’opera di preservare e valorizzare tesori straordinari di arte, natura, storia, ponendoli a disposizione della nostra comunità.

Cinquant’anni di storia di beni artistici e monumentali recuperati, di restauri completati, di luoghi rianimati.

Rianimati, perché c’è uno spirito dei luoghi che fa parte della loro natura, della loro bellezza ed è esso stesso elemento di identità. I grandi progetti del FAI sanno assumere e fare proprio questo spirito.

Benedetto Croce – promotore, come è noto, della prima legge italiana sul paesaggio, approvata nel giugno del 1922 – esprimeva la convinzione che lo stesso spirito di una comunità fosse legato ai territori e ai paesaggi, degradando i quali si rischiava di indebolire e sradicare proprio le radici storiche e culturali.

Sua figlia, Elena Croce, come tutti ben sapete, fu tra i pionieri che, cinquant’anni or sono, prendendo a modello una affermata Fondazione britannica, diedero vita a questa preziosa impresa italiana.

Dal primo bene ricevuto – poc’anzi ricordato – Cala Junco a Panarea – e dal primo grande restauro, il Monastero di Torba – anche questo lei ha ricordato poc’anzi – molto tempo è passato e sono numerosi i beni, i luoghi, gli edifici, le opere d’arte, i monumenti valorizzati, in molti casi salvati, dal vostro lavoro e che sono affidati alla vostra cura.

Si contano a milioni le persone che hanno preso parte alle vostre Giornate di Primavera e d’Autunno.

Con l’apporto di un volontariato qualificato, il FAI è divenuto una grande impresa culturale e sociale, che su di sé ha preso un ampio carico di responsabilità e che organizza l’azione di esperti, di cultori di storia, di arte, di volontari.

La bellezza e la cultura sono in cima alle tante preziose risorse di cui disponiamo nel nostro Paese.

Ci deve rendere orgogliosi la circostanza che l’Italia sia il frutto di una intensa azione sviluppata sul piano del patrimonio culturale negli Stati preunitari. Azione che ha dato vita a una identità comune.

Il nostro Paese è il suggestivo mosaico che conosciamo, stratificazione e testimonianza di tante storie e vicende, perché è stato pazientemente composto. La cultura ha una forza immane. Ci conduce sulla strada della conoscenza, del confronto, del dialogo, della crescita. Quindi del rispetto delle identità di ciascuno, della costruzione di identità condivise e comuni.

È quella che si chiama civiltà, che genera capitale sociale, incontro, pace, sviluppo, che unisce la nostra identità europea.

Abbiamo bisogno di generazioni che sappiano trovare alimento nella storia da cui hanno origine e sappiano trovare la capacità di alzare l’orizzonte del nostro sguardo. Poc’anzi lo abbiamo ascoltato.

Destino dell’uomo e destino dell’ambiente non sono mai stati così strettamente connessi. Lo sapete bene perché, in questi decenni di attività, avete preso in carico parti del territorio, le avete risanate e siete riusciti a ricostruire oasi di sostenibilità, di vivibilità.

Non si tratta di imbalsamare luoghi, bensì di porre a disposizione della comunità risorse che si rischia di disperdere se non più valorizzate.

Vale in particolare per i piccoli centri, per le aree interne, per le isole cosiddette minori che sono state - le aree interne particolarmente - tanto depauperate di energie negli ultimi decenni.

La vostra è una eccellente opera di ricucitura tra quel che è stato e ciò che sarà, senza esaurirsi nel presente.

“Abitare civicamente il territorio”, lo abbiamo poc’anzi ascoltato. Questo è prezioso come suggerimento, come criterio, affinché la memoria sociale dei luoghi – rete indispensabile delle comunità – non vada dispersa. E il FAI, con il patrimonio così pregiato dei suoi volontari, contribuisce in duplice maniera alla valorizzazione dell’identità e all’incremento delle sue virtù civili.

Auguri per il vostro impegno e grazie per quel che fate.

Fonte: Quirinale.it

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