12 novembre 2021
Dopo aver passeggiato tra le ardite potature del parco e aver sostato sulla Loggia Durini ad ammirare il panorama sul Lago di Como, la visita a Villa del Balbianello prosegue nella casa del conte Guido Monzino, che nel 1988 donò al FAI questa elegante e romantica dimora del XVIII secolo.
Sulla destra dell’entrata si apre un salotto detto “Stanza delle arti primarie”, perché qui sono custodite le preziose, quanto curiose, raccolte di arte primitiva che il conte Monzino collezionava e dove si possono ammirare esemplari africani, precolombiani, egizi, arcadici e inuit.
Appena si entra si nota subito una targa che scolpisce un gesto generoso: “In memoria di Silvia Luglio”.
Per ricordare le persone che abbiamo amato e associare il loro nome per sempre a un luogo, si può legare una donazione a una stanza in un Bene FAI, come ha deciso Fiorella Ortalli, mamma di Silvia Luglio, adottando proprio la “stanza delle arti primarie” di Villa del Balbianello in ricordo della figlia prematuramente scomparsa.
«Mia figlia», ci racconta la mamma di Silvia, «visitò per la prima volta Villa del Balbianello nel 2008 in occasione delle Giornate FAI. Ne rimase entusiasta e affascinata, soprattutto dalla cura e dalla tutela che la Fondazione dimostra per la salvaguardia del nostro patrimonio storico, artistico e ambientale, e per questo aveva deciso di iscriversi al FAI e sostenerne la missione.
Appassionata di archeologia, Silvia amava il bello e la natura; aveva girato il mondo, proprio come il conte Monzino. Nel suo percorso di vita era serena e contenta quando si trovava in mezzo all’arte, soprattutto quella preistorica e antica… per questo ho deciso di adottare la “stanza delle arti primarie” del Bene FAI sul lago di Como: per fare un gesto in sua memoria. Certo, non è stato l'unico gesto per ricordare Silvia, ho fatto qualcosa di altrettanto utile come istituire un "Fondo Silvia" per aiutare studenti universitari meritevoli; tuttavia l’adozione di questa stanza credo che sia un’azione diversa e unica per vederla ancora felice circondata dalla bellezza. Ma credo anche che questo sia un gesto in particolar modo generoso, in quanto la possibilità che dà il FAI con l’adozione in memoria non è solo per la persona che si vuole ricordare, ma per tutti quelli che entreranno in quella stanza e ammireranno, come fece Silvia, le collezioni che vi sono custodite».
Fiorella Ortalli, con la scelta di adottare una stanza di un Bene FAI in memoria di sua figlia, ha deciso di investire sulla bellezza del nostro patrimonio artistico e ambientale per tramandare in modo concreto i valori nei quali credeva Silvia.
La donazione può essere destinata a un Bene, a un progetto di restauro, alla cura di un giardino; non importa l’entità della donazione, ma il gesto per legare per sempre una persona cara a un luogo o a un progetto, aiuta la Fondazione a preservare il futuro del patrimonio d'arte e natura del nostro Paese, perché è l’eredità più importante che lasciamo alle future generazioni.
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