10 marzo 2025
Alle spalle di Palazzo Moroni si estendono il giardino all’italiana e un’ampia area di natura agricola, la cosiddetta “ortaglia”. Un suggestivo e intatto frammento di campagna lombarda con vigne e terrazze a frutteto che si sviluppa per oltre due ettari, il più grande giardino privato di Bergamo Alta.
Nelle zone più erte e marginali dell’ortaglia si sviluppano delle aree boscate formate da olmi, aceri, carpini bianchi e neri, noci, ciliegi selvatici, allori e agrifogli. Queste alberature hanno un rilevante ruolo di carattere ecologico nella maglia territoriale della città alta: garantiscono infatti riparo e sostentamento a numerosi animali selvatici, come il tasso, la faina e ricci, specie che abbiamo potuto identificare grazie ad appositi monitoraggi faunistici. L’obiettivo del FAI è di garantire la conservazione di queste fasce boscate e potenziare il loro valore ecologico, garantendo allo stesso tempo ai visitatori la possibilità di passeggiare nell’ortaglia in condizioni sicure.
Grazie ai tanti italiani che hanno scelto di destinare loro 5x1000 al FAI inserendo il Codice Fiscale 80 10 20 30 154, nel 2024 sono state avviate le attività di recupero e cura sia dei giardini sia dell’ortaglia. In seguito al censimento e all’accurata valutazione sulle condizioni delle alberature gli interventi sono stati eseguiti con le tecniche più aggiornate e mirati a consolidare con metodi naturali sia la stabilità degli alberi che la loro attività vitale.
Nelle aree più frequentate dal pubblico, si è dovuto procedere con l’abbattimento degli esemplari di robinia e olmo più instabili e pericolosi, che saranno sostituiti da numerosi nuovi alberi di specie forestali pregiate, come querce e frassini.
Il FAI mantiene costante l’attenzione alla sostenibilità non solo investendo nella cura e conservazione degli alberi ma anche nella gestione degli interventi correlati, come ad esempio nello smaltimento delle risulte.
I tronchi degli olmi più grandi e con legno di migliore qualità sono stati tagliati e conservati come assi per costruire panche e altri elementi di arredo da impiegare nel Palazzo.
Le ramaglie di minore dimensione sono state in parte “cippate”, ovvero sminuzzate, per produrre sostanza organica utile alla pacciamatura delle aiuole, e in parte impiegate per la costruzione di una siepe di rami secchi (death hedges in inglese). Un metodo ecologico e creativo per riutilizzare il materiale legnoso, che trova origine in un antico sistema in uso nel Medioevo per recintare i fondi e limitare la dispersione del bestiame e che oggi è utile per creare delle aree di rifugio e transito indisturbate per gli animali selvatici.
Per realizzare una siepe secca basta piantare nel terreno due file parallele di paletti in legno, alternati e interrati per almeno 30-40 cm, e inserire orizzontalmente nello spazio tra le file – variabile da 80 centimetri a un metro o più – le ramaglie e il materiale di scarto. Nel tempo questa siepe potrà crescere in lunghezza e altezza, aggiungendo via via ulteriore materiale proveniente dalla pulizia e potatura degli alberi anche da frutto e degli arbusti nel corso delle stagioni.
Firmare e inserire il codice fiscale del FAI 80 10 20 30 154 nelle caselle Finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei Beni culturali e paesaggistici e nella casella Sostegno agli Enti del Terzo Settore è un gesto semplice, che non costa nulla, ma che vale molto: grazie al 5x1000 riusciamo, infatti, a sostenere i lavori di recupero, ripristino e conservazione dei giardini, dei parchi e dei boschi nei Beni FAI e proteggere, così, il anche il nostro prezioso patrimonio “verde”.
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