08 maggio 2025
Curata da Bartolomeo Pietromarchi, la mostra Formafantasma. The Shape of Things to Come – in esposizione fino al 28 settembre al Negozio Olivetti a Venezia – è incentrata sugli arredi di design progettati dal duo di designer, architetti e artisti Formafantasma e realizzati riciclando parti di macchinari elettronici obsoleti, che assumono così una nuova funzione e nuove forme, e soprattutto offrono l’occasione di affrontare il tema attualissimo, ma non molto diffuso, dei rifiuti tecnologici. I
l progetto trova perfetta collocazione, e anzi un ulteriore livello di racconto, nel Negozio Olivetti, perché “accanto alle macchine storiche, conservate come pezzi da museo, che testimoniano gli albori di una rivoluzione tecnologica di cui la Olivetti fu protagonista a livello mondiale, gli oggetti realizzati con le macchine riciclate raccontano l’altra faccia di quella storia e gli esiti di quel progresso, non del tutto felici, svelandone alcune ombre e soprattutto gli attuali costi, per l’uomo e per l’ambiente” dichiara Daniela Bruno, Direttrice Culturale FAI.
Grazie ad alcuni video – come quello che scompone nelle sue minime componenti uno smartphone o quello sull’obsolescenza programmata – e all’esposizione di alcuni oggetti iconici della cultura “usa e getta” – da una lampadina a incandescenza alle cartucce per stampante –, la mostra informa, incuriosisce e approfondisce: educa, nel pieno spirito della missione del FAI.
Racconta come i processi produttivi condizionano la società e la cultura, e che sono distorti da logiche economiche, e che il modo di produrre e di vivere basato sul consumo, che ha caratterizzato il Novecento, oggi non è più sostenibile.
E lancia un messaggio costruttivo di fiducia nel futuro, anche a partire dal design: “come la forma delle cose del passato evidentemente riflette la civiltà che le ha prodotte, con esiti non sempre positivi, dare una forma migliore alle cose del presente può contribuire a migliorare i tempi che verranno”, prosegue Daniela Bruno nel piccolo catalogo che accompagna la mostra.
La fiducia nelle possibilità del design, come dell’architettura, riprende così la lezione di Adriano Olivetti, che il Negozio Olivetti celebra e racconta: è un dovere, ancora di più oggi, coniugare la funzionalità e l’estetica con l’etica, con la consapevolezza e con l’impegno della responsabilità sociale.
Come afferma il curatore Bartolomeo Pietromarchi nel dialogo con i Formafantasma pubblicato nel testo in catalogo: “Credo che il progetto metta in scena una tensione davvero interessante tra il contenuto e il contenitore della mostra. Da un lato, abbiamo la logica effimera dell'obsolescenza programmata che è il concept sul quale i Formafantasma hanno sviluppato il progetto per questa mostra e le nuove opere in ceramica e oro, dall’altro, l’architettura di Scarpa e i prodotti Olivetti, che condividono una stessa filosofia su durabilità, estetica e valore sociale attraverso materiali e soluzioni progettuali pensati per resistere al tempo”.
Il progetto si inserisce perfettamente nel tema di questa Biennale d’Architettura, esplorando le intersezioni tra architettura, tecnologia e scienza; allo stesso tempo invita a una lettura inedita e contemporanea del Negozio Olivetti e della sua collezione, come dell’impresa di Adriano Olivetti, e riporta all’attenzione uno dei principi fondamentali del FAI in un anno particolarmente significativo per la fondazione, che nel 2025 celebra 50 anni di attività: la tutela del patrimonio e dell’ambiente si esercitano sì attraverso scelte politiche e movimenti collettivi, ma anche con piccoli gesti individuali, buone pratiche come risparmio, recupero e riuso, di oggetti come di risorse.
Per questa occasione Formafantasma riprende e amplia il progetto Ore Streams, avviato nel 2017 e incentrato sul riciclo degli scarti dell’industria elettronica. Attraverso una serie di oggetti, video documentaristici e animazioni 3D, la mostra affronta il tema dell’impatto ambientale del settore tecnologico da diverse prospettive, sottolineando il ruolo del design come strumento di trasformazione e consapevolezza.
Il titolo The Shape of Things to Come si ispira al celebre romanzo di fantascienza dello scrittore britannico H.G. Wells (1866-1946): pubblicato nel 1933 si struttura con il racconto di una storia ambientata nel futuro che si conclude nel 2106 e che anticipa in modo epifanico tematiche di estrema contemporaneità, rispetto alla situazione geopolitica e ambientale odierna.
Formafantasma propone quindi una visione per il design del futuro in cui riciclo, impatto ambientale e sociale, durabilità e gestione delle risorse sono elementi centrali e non più trascurabili.
Il progetto mira a sensibilizzare il pubblico sull’idea che l’industria elettronica non sia un’entità astratta o immateriale confinata nel cloud, ma una filiera concreta e altamente impattante, con effetti tangibili sull’ambiente.
Uno dei temi chiave dell’esposizione è l’obsolescenza programmata, strategia che limita intenzionalmente la durata di un prodotto per favorirne il ricambio, spesso a scapito del consumatore. Questo fenomeno, oggi dominante nel settore dell’elettronica, si contrappone alla filosofia progettuale di Olivetti, che ha sempre promosso la qualità, la durabilità e il valore culturale degli oggetti. Il Negozio Olivetti diventa così il luogo ideale per riflettere su questa dicotomia, testimoniando una visione alternativa in cui il design è pensato per resistere nel tempo.
Come afferma Formafantasma: “In questa ottica, non si tratta solo di un’operazione estetica o funzionale, ma di un atto critico. È come se ogni oggetto creato o reinterpretato per questo progetto fosse un portatore di memoria, capace di raccontare un percorso – di uso, riuso e trasformazione – che sovverte il tradizionale paradigma di consumo e rifiuto”.
L’installazione di Formafantasma, in perfetta sintonia con il contesto storico e architettonico del Negozio Olivetti, rappresenta un’opportunità per ripensare il nostro rapporto con la tecnologia e le risorse, aprendo nuove prospettive su come progettare il futuro in modo più responsabile e sostenibile.
Il FAI ringrazia per la preziosa collaborazione all’iniziativa la Galleria Giustini/Stagetti di Roma e Ewan McEoin, Frans Ottink, Ginevra Bocini, Nicoletta Fiorucci, Paola Antonelli, Silvia Fiorucci, Simone LeAmon.
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