28 gennaio 2021
Ogni anno la maggior parte dei Beni del FAI chiude durante il periodo invernale. È una specie di letargo, che i nostri colleghi inglesi del National Trust definiscono “putting the house to bed”: mettere la casa a letto, per farla “riposare”.
Nei primi mesi del 2020, stavamo per riaprire le porte al pubblico, ma siamo stati costretti a richiudere tutto e a “rimettere a letto” i nostri Beni, con la difficoltà e la preoccupazione di non potere essere presenti quotidianamente e senza il personale al completo a causa delle restrizioni Covid.
Grazie alla creazione di una rete di emergenza per il coordinamento a distanza e grazie alla presenza di operatori sul posto, in primo luogo i custodi, ma anche di chi aveva accesso in sicurezza, armati di autocertificazioni, mascherine e guanti – strumento quotidiano del nostro lavoro – abbiamo continuato a prenderci cura della conservazione dei Beni e delle loro collezioni.
La prima cosa da fare è stata proteggere arredi, dipinti, oggetti d’arte, tappeti, e le altre collezioni, coprendoli con teli e tessuti tecnici, per ripararli dalla polvere che non avremmo potuto togliere quotidianamente, pur garantendo le attività minime di pulizia.
Per prevenire i danni causati dalla luce abbiamo chiuso gli scuri e tirato le tende - anche quelle della bellissima vetrata di Casa Bortoli a Venezia - e abbiamo spento lampadari e luci delle nostre case, anche quelle che sono opere d’arte in sé, come i neon di Dan Flavin a Villa Panza a Varese.
Abbiamo messo al riparo dalla luce, nella loro cassettiera climatizzata, le opere su carta della Collezione Guido Sforni, a Villa Necchi Campiglio a Milano, che di solito facciamo riposare a turno ogni tre mesi.
E abbiamo acceso le torce, quelle da restauratori, per osservare opere d’arte e tessuti con più attenzione del solito; abbiamo monitorato in maniera costante la temperatura, l’umidità nelle stanze e nei depositi, fatto entrare luce naturale e aria fresca quando possibile per mantenere stabili le condizioni conservative.
In questo periodo di chiusura forzata e di difficoltà, siamo stati costretti a rimandare alcune manutenzioni straordinarie e restauri, ma con un grande impegno abbiamo garantito le attività urgenti di messa in sicurezza, ispezione e monitoraggio, oltre alle manutenzioni ordinarie e piccole attività svolte dal personale presente nei Beni, come la carica degli orologi e le pulizie.
Inoltre ci siamo portati avanti con i lavori di catalogazione: il patrimonio delle collezioni nei Beni del FAI è enorme e variegato. La schedatura va sempre aggiornata e stiamo lavorando alla digitalizzazione del catalogo, per facilitare il lavoro di conservazione e per offrire al pubblico, tramite un catalogo on-line, uno sguardo complessivo e di dettaglio su questo patrimonio.
Il 22 maggio 2020 finalmente abbiamo riaperto i Beni al pubblico garantendo un’esperienza di visita ricca e serena in totale sicurezza per tutelare la salute di tutti.
Dopo cinque mesi, per l’acuirsi dell’emergenza sanitaria a novembre 2020, abbiamo dovuto nuovamente richiudere tutto, anticipando di qualche mese la chiusura “normale” e investito il nostro tempo per proseguire nel nostro lavoro di conservazione, tutela e monitoraggio.
A seguito delle nuove disposizioni dell’ultimo Dpcm del 16 gennaio 2021, da giovedì 21, ogni giovedì e venerdì, abbiamo riaperto Casa Noha a Matera, la Baia di Ieranto a Massa Lubrense (NA) e Torre e Casa Campatelli a San Gimignano (SI).
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis