COP28: la lunga strada verso la mitigazione

COP28: la lunga strada verso la mitigazione

Condividi
COP28: la lunga strada verso la mitigazione
In primo piano

11 dicembre 2023

Alla 28° Conferenza delle parti sul cambiamento climatico continua la partita per il clima della Terra. Si sta scrivendo il Global Stocktake che valuta le azioni messe in campo finora dagli Stati e definisce le misure di mitigazione necessarie per evitare che la temperatura media globale superi i +1.5°C. La speranza di trovare un accordo comune e ambizioso è alta, ma gli attriti tra i vari Paesi iniziano a farsi sempre più sentire.

Phase-out

Il documento sul Bilancio Globale – il Global Stocktake – è al centro dei negoziati, ma è ancora una bozza e mostra tutte le difficoltà nel trovare un compromesso.

Uno dei punti più discussi e contesi è sicuramente il famoso “phase-out”, ovvero il graduale abbandono dei combustibili fossili. Per quanto il termine ha trovato spazio nel documento, i cosiddetti petrostati, insieme a Cina e India, stanno opponendo delle resistenze.

Il segretario generale dell’OPEC, Haitham Al Ghais, ha infatti esortato i membri dell'organizzazione a respingere le proposte per qualsiasi testo negoziale che miri a eliminare i combustibili fossili piuttosto che le emissioni, facendo leva sul fatto che gas, petrolio e carbone sono necessari per garantire la sicurezza energetica mentre la transizione è in corso.

Eppure l’ultimo Report dell’UNEP ci aveva ricordato che, proseguendo sulla strada attuale, le temperature globali aumenteranno tra 2.5 e 2.9°C, e che per evitare che ciò accada, le emissioni globali vanno ridotte del 42% entro il 2030 principalmente attraverso la dismissione delle fonti fossili. Lo stesso Johan Rockström, già direttore dello Stockholm Environment Institute, ha ricordato quanto oltrepassare l’aumento di un grado e mezzo di temperatura significa entrare in una zona ad alto rischio di superamento di punti critici.

«Dobbiamo muoverci velocemente per evitare di arrivare a un punto in cui il sistema Terra prenda il sopravvento, spingendoci in una direzione con condizioni ingestibili».

Lo stesso scienziato insieme a oltre 800 amministratori, delegati, ONG, sindaci, governatori, investitori hanno scritto una lettera al presidente della COP28, Sultan Al Jaber, per sostenere il raggiungimento di un risultato concreto per frenare il riscaldamento globale. Hanno sottolineato che ciò che serve – e non può essere rimandato – sia una graduale eliminazione di tutti i combustibili fossili in modo giusto ed equo, garantendo al tempo stesso la triplicazione della capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030 rispetto ai livelli del 2022 e il raddoppio dell’efficienza energetica.

Ma anche l’arresto della deforestazione, del degrado del territorio, della perdita di biodiversità. Queste sono infatti le principali leve su cui agire per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera e, quindi, per mitigare gli effetti dei cambianti climatici.

L’efficientamento enegetico

Se da una parte saranno certamente le energie rinnovabili al centro della Transizione, dall’altra sarà necessario puntare anche all’efficientamento attraverso la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi ad alta efficienza energetica. «L'efficienza energetica degli edifici riveste un'importanza fondamentale negli sforzi di riduzione delle emissioni climalteranti. Nella sola Unione Europea gli edifici rappresentano il 40% del consumo energetico e contribuiscono per il 36% alle emissioni di gas serra», illustra Monica Frassoni, presidente dell’European Alliance to Save Energy. «Esistono ormai diverse misure e soluzioni tecnologiche per rendere gli edifici a zero emissioni, come l'illuminazione, i sistemi di automazione e controllo degli edifici e gli strumenti digitali. Queste tecnologie, insieme ai prodotti isolanti avanzati e alle pompe di calore, sono ormai competitive e largamente diffuse, ma c’è sicuramente ancora bisogno di incentivi e molta formazione nel settore dell’edilizia per assicurare una accelerazione degli interventi sugli edifici pubblici e residenziali. Un altro aspetto molto importante è la sinergia tra efficienza energetica e fonti rinnovabili per rendere il patrimonio edilizio “a prova di clima”.

Questo duplice approccio, che combina tecnologie avanzate per l'efficienza energetica ed energie rinnovabili, costituisce la strategia più efficace per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni».

Le foreste

Restando sempre in un’ottica di mitigazione, anche le foreste svolgono un ruolo fondamentale, contribuendo a mitigare il cambiamento climatico.

«Gli ecosistemi forestali assorbono quasi il 30% delle emissioni globali prodotte dall’uomo», afferma Giacomo Grassi, membro dell’IPCC Task Force on greenhouse gas inventories. «Possiamo vedere le foreste come delle banche di carbonio, dei veri e propri carbon sink, e per questo dobbiamo tutelarle e arrestare il prima possibile il loro abbattimento, soprattutto quello che sta avvenendo ai tropici.

Non dobbiamo però illuderci che da sole bastino a frenare il riscaldamento globale: le foreste fanno parte della soluzione, ma non possono in alcun modo rimpiazzare la necessaria riduzione dei combustibili fossili».

Carbon capture and storage

Alla Conferenza c’è anche chi sta parlando di cattura e sequestro del carbonio, il cosiddetto Carbon capture and storage, come una misura da adottare per la mitigazione. Queste sono tecnologie che puntano al confinamento geologico della CO2, ma che comportano ancora sfide, rischi e costi molto elevati e in parte sconosciuti. Rappresentano ad oggi un tema controverso, visto da alcuni scienziati come un modo per nascondere il “problema delle emissioni” sotto il tappeto e continuare a produrre in maniera insostenibile.

Lili Fuhr, Vicedirettore del Programma Clima ed Energia del Centro per il Diritto Internazionale dell'Ambiente, ha infatti ricordato come:

«Dobbiamo evitare pericolosi punti di non ritorno climatici e non possiamo permetterci di essere distratti da tecnologie che non solo rischiano di per sé gravi danni ai diritti umani e all’ambiente, ma, soprattutto, distraggono dall’urgente necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili e ripristinare gli ecosistemi che sostengono la vita sulla Terra».

Valeria Pagani

News correlate

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te