Convegno Nazionale: intervista a Stefano Bocchi, professore di Ecologia Agraria

Convegno Nazionale: intervista a Stefano Bocchi, professore di Ecologia Agraria

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Convegno Nazionale: intervista a Stefano Bocchi, professore di Ecologia Agraria
intervista

16 febbraio 2023

In occasione del XXVII Convegno Nazionale FAI "Curiamo il paesaggio, coltivandolo" Stefano Bocchi, Presidente dell’Associazioni italiana di Agroecologia e Professore di Ecologia agraria all’Università degli Studi di Milano, ci introduce ai nuovi principi dell’agroecologia.

Con la donazione di Villa Caviciana, per la prima volta, un’azienda agricola produttiva entra a far parte dei Beni del FAI. Dopo aver definito nel Convegno del 2021 il concetto di Ambiente come “tutto ciò che ci circonda” ed esserci interrogati nel 2022 sul concetto di Paesaggio come frutto dell’opera di generazioni di uomini che hanno plasmato il loro territorio, il Convegno del 2023 - come in una trilogia - chiude il cerchio invitando a una riflessione sul processo umano che più ha inciso sulla forma del paesaggio italiano: l’Agricoltura.

Ospiti di rilievo istituzionale e di prestigio tecnico-scientifico e culturale ci guideranno in una approfondita riflessione sullo stato dei sistemi agricoli e sul loro decisivo ruolo nel determinare la qualità del paesaggio e la tutela dell’ambiente.

A questo proposito, il Professor Stefano Bocchi, Presidente dell’Associazioni italiana di Agroecologia e Professore di Ecologia agraria all’Università degli Studi di Milano, ci introduce ai nuovi principi dell’agroecologia.

Professor Bocchi, cos’è in breve l’agroecologia?

«L’agroecologia è una scienza che studia il funzionamento degli agroecosistemi, un insieme di pratiche per coltivare e produrre in modo più sostenibile. È quindi una scienza che integra la dimensione ecologica, economica e sociale e che mira a unire la necessità di tutelare l’ambiente, di garantire un equo compenso agli agricoltori e insieme di produrre cibo sano nel rispetto della tradizione. Se pensiamo alle grandi sfide dei nostri giorni, l’agroecologia si propone come forma intelligente di utilizzo delle risorse, necessaria ad avviare quel cambiamento verso un paradigma di maggiore sostenibilità: sviluppa infatti un approccio sistemico, grazie all’integrazione di diverse discipline, attento al rapporto tra cibo, ambiente e cultura».

Quali strategie europee indirizzano questo cambio di paradigma?

«Da una parte la PAC (Politica Agricola Comune) renderà disponibili ingenti risorse economiche per le aziende agricole, che assumeranno così un ruolo primario sul cammino verso un futuro sostenibile. Dall’altra le strategie europee – la Farm to Fork e la strategia sulla Biodiversità – saranno la pietra angolare per la transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili. Insieme delineano un sistema alimentare giusto, sano e rispettoso dell’ambiente; indirizzano i cittadini verso diete sostenibili - per se e per il Pianeta - e chiedono agli agricoltori di ridurre significativamente l’uso di agrofarmaci, tra cui antibiotici e concimi. Obiettivo è quello di raggiungere entro il 2030 almeno il 25% di agricoltura biologica e di destinare a pratiche agroecologiche il restante 75%, così da valorizzare i servizi ecosistemici, ridurre gli impatti negativi delle odierne pratiche agricole e restituire bellezza ai paesaggi. Il paesaggio agrario, infatti, modellato nei secoli dalle generazioni passate, non va distrutto, ma neppure staticamente conservato, piuttosto razionalmente curato e coscienziosamente progettato».

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