Andrea Carandini: l’Italia è una potenza culturale

Andrea Carandini: l’Italia è una potenza culturale

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Andrea Carandini: l’Italia è una potenza culturale
Focus

01 marzo 2021

In occasione dell’annuncio dei vincitori della X edizione de I Luoghi del Cuore, pubblichiamo il discorso tenuto dal Presidente FAI Andrea Carandini, il quale ricorda come la potenza culturale del nostro Paese risiede proprio nell’Ambiente, ovvero quello che circonda ogni cittadino.

La X edizione de I Luoghi del Cuore è un’edizione da record. Abbiamo raggiunto quasi 2 milioni 400 mila voti e i Comuni coinvolti sono poco più di 6.500 (l’82% del totale dei Comuni italiani!). Questo straordinario risultato possiamo collegarlo alla potenza culturale dell’Italia, evocata nel primo discorso di Mario Draghi al Senato del 17 febbraio scorso. Da qui parte la mia riflessione.

Si sarebbe detto un tempo - soprattutto all’epoca della seconda rivoluzione industriale - che l’Italia fosse una potenza economica, promossa e sostenuta da self made man non particolarmente colti. La cultura allora stava in una sorta di empireo. Ma negli ultimi decenni il paese si è fermato, perché l’economia dei servizi e della conoscenza è balzata in primo piano, proprio mentre scuola e università decadevano. Oggi più che self made man servono giovani meritevoli formati in università di eccellenza di Occidente e Oriente.

Dove sta allora la potenza culturale del nostro Paese?

Risiede a mio avviso nella tradizione trimillenaria e infine nel Risorgimento, nella Liberazione, nella Ricostruzione del dopoguerra, che poi è stata abbandonata per la rovina del ceto dirigente. Dimora in un contesto di grandi uomini scomparsi, il cui monito risiede, oltre che nelle istituzioni, nelle cose naturali e umane che formano i paesaggi italiani, “o il volto della patria”, come disse Benedetto Croce.

Nel corso di mezzo secolo il FAI ha dato un formidabile contributo nel riaccendere questa tradizione, mirando al futuro e ricongiungendo il Paese al suo buon passato e a un presente che vorremmo altrettanto positivo.

Nella nostra tradizione più visibile quello che è chiamato “Il paese più bello del mondo” tale è rimasto, nonostante le ingiurie di un progresso troppo disordinato e protervo. La nostra potenza è dunque soprattutto qui, nell’ambiente che ci circonda.

Oltre a non aver valorizzato la scuola, non abbiamo saputo dare valore al patrimonio culturale. Abbiamo anche subito passivamente un turismo barbarico e insostenibile. Il segreto della rinascita sta dunque nel sapere estrarre da questa potenza il valore culturale. Una potenza che dobbiamo conoscere e di cui dobbiamo prenderci cura, capendola, mantenendola, raccontandola, aumentandola. Come un bravo medico brilla nella ricerca e nello studio, così devono eccellere i curatori del patrimonio culturale, senza farsi abbindolare da un giovanilismo mediocre, di mero intrattenimento.

I Luoghi del Cuore implicano, da parte della società, scelte attive che risvegliano le “belle addormentate”, cioè le opere degli avi. Il censimento dei luoghi più amati dagli italiani è un modo per riaccendere in sé una propria identità solidale, smarrita. Oramai salute, economia e cultura scientifico-umanista sono un tutt’uno sistematico. Se non ricomporremo le scissioni del Novecento, nulla di buono combineremo. La verità è nell’holon, che in greco significa “tutto”, ovverossia l’ambiente.

Con le dieci edizioni de I Luoghi del Cuore finora realizzate il FAI ha ricongiunto dieci milioni di italiani al nostro patrimonio culturale, che sta all’origine dell’intera cultura europea: una possente azione sussidiaria, come Costituzione vuole, al fianco delle nostre istituzioni, a cui guardiamo con spirito critico, ma sempre costruttivo e nel nome dell’interesse generale del paese.

La riconoscenza mia e di tutta la Fondazione va al professor Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, che rende possibile una simile e inaudita impresa. Da 2 milioni e 300 mila voti passeremo presto a 2 milioni e mezzo, e vedo non lontano il tempo nel quale raddoppieremo la cifra. Ciò avverrà se sapremo fare un ulteriore balzo in avanti, facendo conoscere sempre più visibilmente l’immane catalogo spontaneo costruito con mente e cuore in questi diciannove anni di censimento. Sarà nostra cura accentuare l’aspetto digitale e comunicativo per coinvolgere sempre più gli italiani di buona volontà. Il Censimento è una grande impresa comune, un’iniziativa intelligente nella quale tutti insieme crediamo. I Luoghi del Cuore hanno vinto anche durante il Covid!


Andrea Carandini, Presidente FAI

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