A Villa Panza l’allestimento integrale della collezione permanente

A Villa Panza l’allestimento integrale della collezione permanente

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A Villa Panza l’allestimento integrale della collezione permanente
Appuntamenti

21 febbraio 2020

Dal 21 febbraio 2020 Villa Panza ripresenta l’allestimento integrale della collezione permanente: “Villa Panza - Un’idea assoluta. Giuseppe Panza di Biumo, la ricerca, la collezione.” Un’occasione importante per celebrare il ventennale della donazione al FAI.
«Papà tornava sempre a vedere i quadri. Se era stato in un museo, tornava a visitarlo perché, diceva, ogni volta le cose si apprezzano in modo diverso. Ogni volta è un’emozione e una sensazione diversa, ci spiegava. È questo ho imparato da mio padre: tornare.»

Così racconta Maria Giuseppina Caccia Dominioni Panza, ricordando suo padre all’inaugurazione del riallestimento completo della collezione permanente di uno dei più importanti collezionisti di arte contemporanea in Italia, Giuseppe Panza.

In occasione del ventennale dall’apertura al pubblico di Villa e Collezione Panza, avvenuta nel 2000 alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, e a dieci anni dalla morte del grande collezionista, il FAI ripresenta l’allestimento integrale della collezione permanente, secondo i criteri museografici indicati dal collezionista al momento della sua donazione alla fondazione nel 1996, e arricchito dalle opere che nel tempo sono entrate a far parte di questo patrimonio grazie alla generosità degli artisti che hanno donato i loro lavori a questo luogo e all’impegno del FAI, che negli anni ha curato le attività della Villa procedendo nel solco tracciato dal suo donatore. Questo riallestimento completo offrirà l’opportunità di raccontare e conoscere la casa così come Giuseppe Panza la lasciò, e a partire dal 2020 verrà riproposto a cadenza annuale, in alternanza con le mostre temporanee.

Ha dichiarato Marco Magnifico, Vicepresidente Esecutivo FAI: «Siamo molto soddisfatti che Villa e Collezione Panza sia percepita oggi come una grande realtà di Varese. Questa casa appartiene a questa città, grazie alle tante mostre che abbiamo allestito negli anni e alle tante persone che l’hanno visitata. Giuseppe e Giovanna Panza hanno regalato la villa al FAI pensando di donarla alla collettività, e quindi alla città.

La collezione permanente in questi anni “si è tenuta in disparte”, ma nel frattempo si è arricchita grazie alla generosità degli artisti che allestendo qui la propria mostra si sono talmente innamorati del posto che hanno chiesto di poter donare alcune loro opere.

L’omaggio migliore per Giuseppe Panza che abbiamo pensato era riproporre la villa e la collezione così come lui l’aveva pensata, ma modificata con queste opere di volta in volta donate. La collezione permanente si è dunque arricchita e molto probabilmente si arricchirà ancora.»

Attraversando la successione di ambienti del primo piano si incontrerà un nucleo di opere di Arte Monocromatica, con i lavori di Phil Sims e Ruth Ann Fredenthal, che testimoniano l’interesse del conte Panza per le intense cromie ispirate al mondo della natura e per l’indagine assoluta sui pigmenti e la loro interazione con la luce; ma anche la serie dei Black Wall Paintings di Ford Beckman in cui la simmetria minimalista dialoga con la gestualità tipica dell’Espressionismo Astratto. Proseguendo il percorso, l’arte, da Panza stesso definita “dei piccoli oggetti”, espressione di un atteggiamento centrato sull’intimità, il privato e l’individuale, è rappresentata dai poetici lavori di Stuart Arends. Saranno anche esposti i lavori di Max Cole che compone opere la cui ipnotica monumentalità rivela una ricercata tensione tra ritmo verticale e volume orizzontale, tra ordine e disordine, tra razionale e irrazionale. Due gli ambienti dedicati ad Allan Graham la cui opera si ispira ai valori ancestrali e istintivi delle arti primitive.

Nella Scuderia Grande è stato riallestito Desire (1981) di Martin Puryear, non esposto in villa dal 2012: l’opera consiste in una grande ruota di legno fissata a un lungo asse che la collega a un sostegno e questa esasperazione delle misure proietta il visitatore in un mondo surreale dove gli oggetti, seppur familiari, sono privati della loro funzionalità ordinaria e diventano simbolo.

Al nucleo originale della collezione permanente sono affiancati i lavori lasciati alla Villa dagli artisti, dall’apertura al pubblico fino a oggi. Un excursus che include una sequenza di donazioni e acquisizioni connesse ai progetti espositivi dedicati ad artisti contemporanei, già intercettati dal collezionista o assimilabili ai suoi intenti programmatici per sensibilità, tematiche e visioni: Christiane Löhr, Bob Verschueren, Peter Randall-Page, Wim Wenders, Meg Webster, Bob Wilson, Sean Scully.

Questo lungo e meticoloso percorso, che ha portato a incrementare sensibilmente la permanente, oggi si chiude con l’ingresso in collezione di Varese Scrim (2013), dal 2013 esposta in Villa in forma di comodato d’uso. L’opera, un site conditioned progettato da Robert Irwin per l’ambiente della Limonaia, crea uno spazio puro modellato dalla luce naturale e da un lungo velario di nylon che scandisce in modo geometrico e ritmico l’ambiente, stabilendone un dialogo ideale.

Un ricco programma di iniziative si snoderà lungo tutto il corso dell’anno per celebrare la figura di Giuseppe Panza di Biumo: verranno organizzati incontri e dibattiti sulla figura del collezionista e le tematiche a lui care, a cui prenderanno parte artisti, critici, storici dell’arte, restauratori, direttori di museo e galleristi. Non mancheranno i laboratori didattici per i più piccoli e, a partire da settembre, una sala interamente dedicata a Giuseppe e Giovanna Panza di Biumo aprirà al pubblico con l’intento di raccontare il percorso, la casa e la famiglia del collezionista grazie a una video proiezione immersiva.

Nell’attesa di conoscere meglio questa figura emblematica del panorama culturale italiano, lasciamo che siano le parole della moglie Giovanna a descrivere il marito e la loro vita in comunione:

«Siamo stati felici insieme. Giuseppe aveva una curiosità infinita, e io ho condiviso il suo entusiasmo perché lui era un trascinatore, bisognava seguirlo. La nostra vita è stata molto bella, stimolante, affasciante: scoprire gli artisti è come scoprire il pensiero della tua epoca, di quel momento storico che stai vivendo.
Giuseppe conosceva quello che comprava. La sua passione per l’arte contemporanea era viscerale, perché questo tipo di arte guarda avanti e lui voleva capire il futuro. La collezione permanente rappresenta in tutto per tutto quello che lui era.
Mio marito amava pensare e il suo studiolo era il suo “pensatoio”. In quel luogo riusciva a isolarsi. Era un uomo spirituale e profondo, calmo, sereno, andava a fondo nelle cose, le penetrava, amava la libertà interiore.

Mi ricordo che qualche volta mi affacciavo all’una di notte nel suo studiolo e gli ricordavo che forse era meglio coricarsi e farsi una bella dormita. Lui mi rispondeva: “Ma non lo vedi che sto pensando?».

Il progetto espositivo di Villa Panza è reso possibile grazie al prezioso sostegno di JTI (Japan Tobacco International), partner istituzionale del Bene, che dal 2012 affianca la Fondazione nella realizzazione di grandi mostre volte a valorizzare e promuovere il patrimonio culturale di Villa e Collezione Panza.

Con il Patrocinio del Comune di Varese.
Villa e Collezione Panza è
Museo riconosciuto da Regione Lombardia.

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