Zoagli fu abitata già dal IV secolo a.C. da antiche popolazioni liguri che vivevano di pastorizia e abitavano in strutture di pietra, legno e fogliami all'interno di spazi pianeggianti posti su crinali, delimitati da mura in pietra, chiamati "castellari".
Dopo l'epidemia di peste del 1580, Genova apre le porte ai tessitori della riviera. Inizia così una proficua collaborazione tra i setaioli genovesi e i tessitori zoagliesi: da Genova arriva seta grezza, da Zoagli ritornano preziose tele di velluto liscio e di velluto operato dei più diversi colori. Quindi in Zoagli si praticano tutte le diverse fasi di lavorazione: dalla tintura, alla preparazione dei rocchetti, dall'orditura del telaio e alla tessitura vera e propria. Si arriva a migliorare ogni tecnica e a "inventare" nuove lavorazioni come il velluto operato soprarizzo che consta in due passaggi, il primo di annodatura ed il secondo di taglio per rendere la tela più ricca e con effetto bicromo. O come il velluto "giardino" tessuto con ordito di diverso colore per ottenere un tessuto policromo, appunto come un giardino.
Ma la lavorazione che distingue Zoagli è l'altissima qualità del suo velluto liscio nero, un tessuto unico per la sua ricchezza di fili e per la perfetta colorazione, tessuto usato per la confezione degli abiti dei nobili europei. Si tesseva anche un particolare tipo di velluto double-face, da un lato nero e dall'altro rosso. I velluti operati sono stati usati soprattutto, come tappezzerie nei palazzi genovesi e nelle corti europee.
Alla fine del '700, con il crollo della Banca della Seta di Milano, il lavoro del tessitore perde di prestigio e di valore economico, i giovani si allontanano dai telai e questi vengono riutilizzati dalle donne, che si accontentano di una paga minore. Nasce così la grande avventura del lavoro femminile al telaio, gestito insieme con i doveri di famiglia e della coltivazione dei terreni agricoli sempre affidati a loro ed ai vecchi, mentre le forze giovani vengono utilizzate nella marineria.
Alla fine dell'800 si contavano più di 1200 telai dislocati nelle abitazioni zoagliesi, tutti adibiti alla tessitura di sete e velluti di seta.
Le attività lavorative vertono sulla tessitura della seta, esistono piccoli opifici e continua la tradizionale tessitura a domicilio, la navigazione e la marineria, l'agricoltura e la pesca e chi non riesce a trovare lavoro emigra verso l'America. Con l'arrivo della ferrovia a Zoagli inizia la stagione turistica. Zoagli era stata già, nei secoli precedenti "scoperta" da ricche famiglie genovesi che qui costruirono bellissime ville per soggiorno estivo, quali i Sauli, gli Spinola, i Durazzo.
Del 1900 restano a Zoagli due splendide e particolari abitazioni: Villa Merello del Coppedè e il Castello di Sem Benelli dello scenografo dell'autore, arch. Mancini. Sempre del primo novecento è la costruzione della Palazzina dei Velluti dove aveva sede la Società dei Velluti. Su iniziativa di un gruppo di famiglie zoagliesi viene costruita la Passeggiata a Mare di Levante: Lungomare Canevaro, un sentiero di roccia che si snoda sugli scogli in prossimità del mare.
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, pianificati dalla RAF con l'intento di demolire il Ponte ferroviario per ostacolare la ritirata dei tedeschi, distruggono di fatto tutto il centro cittadino, procurando una sessantina di vittime civili.
Zoagli, figlia della ricostruzione postbellica ha perso, in parte, il carattere di antico borgo marinaresco mantenendo però una forte identità legata al mare e alla terra, con paesaggi di rara bellezza e con il piacere di donare al visitatore un'accoglienza raffinata e riservata in un ambiente curato e arricchito da nuove opere pubbliche che ne hanno reso più fruibile il territorio.