Francolise è un piccolo comune di 800 abitanti (5000 se si considerano le frazioni) con un patrimonio archeologico e monumentale sorprendente: una vasta necropoli del IV sec. a. C., due ville romane dell'alto periodo repubblicano, due chiese affrescate del XII e XIII sec., una chiesa romanica con tavole di scuola giottesca, un castello normanno tra i più antichi della provincia di Caserta e il grande palazzo baronale della famiglia De Renzis, che ha ospitato tra le sue mura i Baroni Leopoldo e Stanislao De Renzis, martiri della Repubblica Napoletana e Francesco De Renzis, diplomatico e letterato, che sposò Edith Sonnino, sorella dell'allora Presidente del Consiglio Sidney, e fondò nel 1870 il Fanfulla. A Francolise poi c'è la fonte Cantarone, elogiata da Plinio e Valerio Massimo per le sue acque inebrianti. E poi ancora affreschi, legni e sculture che destano meraviglia in un Comune così piccolo. Illustrazione del sito: Gli scavi vennero effettuati negli anni 1962-64 sotto la direzione della Dr. M.A. Cotton, per conto della Scuola Britannica di Roma e finanziati dalla fondazione Batchelor e dall'Università di New York. Si tratta di una tipica villa rustica del tardo periodo repubblicano, abitata dalla fine del II sec. a.C. al II sec. d.C. Il sito è ubicato in località San Rocco, in un territorio che in epoca romana si trovava probabilmente ai confini dell'Ager Calenus e dell'Ager Falernus. La superficie iniziale era di circa 800 mq. che venne successivamente ampliata a circa 4.400 mq. La villa comprendeva circa 30 stanze e l'approvvigionamento idrico era assicurato da tre grosse cisterne. Era articolata intorno ad un ampio peristilio, circondato da quatto portici colonnati, la cui pavimentazione consisteva in un mosaico costituito da tessere bianche inframmezzate da piccoli frammenti di pietra colorata (lithostroton), con un bacino o fontana di marmo nel mezzo del giardino. Gli ambienti principali, anch'essi pavimentati con mosaici, comprendevano un tablinum ed un triclinium, che rappresentavano rispettivamente soggiorno e sala da pranzo. Vi erano inoltre una serie di cubicula, piccoli ambienti destinati a vari usi, un terrazzo con portico coperto e, nella fase dell'ampliamento, furono realizzati degli ambienti termali comprendenti un praefurnium, un frigidarium, un tepidarium con piscina e un calidarium; queste ultime due stanze furono pavimentate con grandi lastre di marmo cipollino. Un'altra innovazione fu la trasformazione ad uso industriale di tre stanze che fiancheggiavano il probabile ingresso principale, dove vennero realizzate altrettante vasche per la separazione dell'olio d'oliva, una pressa e un forno per la cottura di laterizi. L'oleum (sistema di lavorazione dell'olio) si effettuava in due zone, una dedicata alla pressatura con il trapetum ed il torcularium, l'altra dedicata alla separazione dell'olio dall'amurca e dalla polpa. Una terza zona era rappresentata dalle vasche di separazione. Dopo la raccolta si schiacciavano le olive per separare i semi dalla polpa, a questo scopo era usato il trapetum. Una depressione rotonda nel pavimento in opus spicatum formava la base. La base ed il bordo erano costruiti con mattoni quadrati. Al centro c'era un blocco di calcare rettangolare più alto della base e fermamente fissato ad essa. Nel blocco c'era un foro quadrato che penetrava anche la base. Questa faceva da sostegno ad una struttura superiore mobile, il mortarium o trapetum. Il mortarium aveva base rotonda con lati curvi sia all'interno che all'esterno ed un miliarum centrale. La base era incastrata intorno al blocco centrale quadrato in modo da non poter scivolare durante la lavorazione. Il miliarum aveva un foro quadrato nel quale era posto un chiodo (columella) che collegava la parte di legno chiamata cupa. Dopo aver sistemato gli emisferi di pietra (orbes) il trapetum era pronto. Il torcularium serviva per schiacciare le olive. Era formato da tre parti: i fulcri (arbores) che sostenevano la leva (prelum) e la
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