Uno dei siti storici di Ginosa è il villaggio rupestre "la Rivolta", considerato da molti studiosi uno dei villaggi più importanti d’Italia dopo quello di Matera.
Nel Medioevo, tra il III e IX secolo d.C, la Gravina di Ginosa raggiunse il suo apice di popolamento tanto da ridefinire la sua attuale struttura composta principalmente dal villaggio rupestre "la Rivolta".
Il villaggio rappresenta un capolavoro d’ingegneria idraulica, bioclimatica e architettura in negativo.
L'insediamento della Rivolta è un vero e proprio villaggio trogloditico, ubicato sulla parete della gravina sottostante il Castello e accessibile sia dal fondo della gravina che dal centro storico.
L'insediamento è composto da 66 case - grotta, disposte su 5 piani collegati tra loro da sentieri e scalette. In alcune grotte è ancora leggibile l'originaria struttura abitativa (sedili, giacigli, camini, vasche, mensole, grandi cisterne per la raccolta e la conservazione dell'acqua piovana, tutti scavati nella pietra), gli spazi di servizio e di produzione (stalle, ricoveri, frantoi ipogei), i luoghi di culto.
Ad oggi sono ancora ben visibili i segni della vita quotidiana dell’uomo, come canaletti scavati nella roccia per l’approvigionamento idrico che arrivava nelle cisterne a forma di campana.
Ogni grotta presenta ancora dei camini spaziosi dove la sera si univa tutta la famiglia, un comignolo che sbuca sui tetti, mangiatoie dove c’erano dei muli che riscaldavano l’uomo durante le stagioni fredde.
Il villaggio, nonostante l'assenza di qualsiasi intervento di manutenzione e i naturali processi di erosione dei tufi, si presenta ancora oggi in discrete condizioni di conservazione, con un buon grado di leggibilità complessiva del sistema insediativo.
La seconda foto è degli anni '20, dove riportava com'erano alcune case-grotta dell'epoca.