Il Villaggio alpino del Touring Club Italiano (all'epoca "Consociazione Turistica Italiana"), che si trovava sul monte Piambello, a circa 1.000 metri, nacque alla fine della I guerra mondiale per ospitare bambini orfani di guerra, bisognosi o figli di combattenti.
Fu costruito su iniziativa di Luigi Vittorio Bertarelli, grazie alle donazioni di benefattori privati e soci del Touring Club Italiano; il terreno su cui sorgeva la struttura fu donato dal comm. Chini di Ganna.
I bimbi trascorrevano sul Piambello la villeggiatura, che durava un mese, sia in estate che in inverno: questa per loro rappresentava un'occasione per giocare, studiare e trascorrere periodi felici nel verde.
All'interno della struttura c'era tutto il necessario per ospitare i bambini anche per periodi lunghi: il refettorio, i dormitori, la chiesetta e un padiglione-ospedaletto.
Nell'estate del 1921 arrivò la prima comitiva di 50 bambini da Milano; erano seguiti dalle "mammine", educatrici volontarie che prestavano servizio al villaggio. Il villaggio nel corso degli anni il villaggio si ampliò: nell'estate del '22, sempre grazie alle donazioni dei benefattori, si dotò di illuminazione, docce, orto, stalla per le mucche, lavanderia e cinematografo. Successivamente, nel 1928, fu dotato di un edificio per la scuola e di un secondo acquedotto.
Nelle domeniche d'estate i bambini erano soliti fare delle gite al Monte Piambello, all'Alpe del Tedesco o al Belvedere di Marzio; i più grandicelli raggiungevano perfino la Vetta del Poncione di Ganna. In inverno, potevano divertirsi sulla neve con sci e slittini. Durante la settimana, le giornate si aprivano con la preghiera alla cappella e la colazione al refettorio, seguono poi i giochi e la passeggiate all'aperto, i bagni di sole e la ginnastica ritmica.
Il villaggio alpino venne chiuso alla fine degli anni ottanta e, in 30 anni di attività, ospitò circa 12.000 bimbi.