VILLA ZANARDELLI

TOSCOLANO MADERNO, BRESCIA

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VILLA ZANARDELLI
Villa Zanardelli Villa Zanardelli è un complesso immobiliare situato nel territorio del Comune Toscolano-Maderno ed è così denominato perché il suo primo proprietario che la fece costruire fu Giuseppe Zanardelli, insigne statista, giurista, uomo politico. Quando muore, il 26 dicembre del 1903 il Times lo definisce “un grande italiano”. Universalmente stimato per la sua coerenza, guida il Paese in una fase cruciale della sua storia e realizza riforme epocali. Dopo l’Unità d’Italia, eletto deputato nelle file della sinistra liberale, è più volte ministro, ai Lavori pubblici e alla Giustizia e presidente della Camera negli anni 1876-1899 e, infine, Presidente del Consiglio (1901-1903) nel governo della “svolta liberale”, che apre la strada all’età giolittiana. Il suo nome resta indissolubilmente legato al Codice penale da lui firmato nel 1889, che abolisce la pena di morte, un codice che ebbe un successo planetario perché venne recepito come modello di codificazione del diritto penale in tutti i 5 continenti (Europa, America latina, Africa, Australia, Asia). Ma Le riforme realizzate da Z. incisero profondamente anche in altri settori, dal codice di commercio alla legislazione sul lavoro e altro. La sua azione politica fu volta soprattutto a promuovere lo sviluppo di un mercato nazionale sostenendo l’imprenditoria italiana e a sollevare le condizioni di inferiorità economica delle province meridionali del Regno d’Italia, politica fortemente sostenuta dall’imprenditoria bresciana dell’epoca all’insegna del valore in allora largamente condiviso e dominante dell’Italia Unita. Di tutto questo la villa reca testimonianza. Si tratta di un immobile di grande pregio architettonico (opera dell’arch. Tagliaferri) di circa 8000 mc con un parco di 17.000 mq con olivi, statue di pregio, una vecchia limonaia e con accesso diretto al lago. All’interno ci sono affreschi dell’epoca e quadri attribuiti a Ximenes e a Bertolotti che raccontano i momenti più salienti della vita politica dello statista bresciano. Uno degli affreschi rappresenta la visita del Re Umberto I insieme a Zanardelli alle officine Glisenti, dipinto che sta a ricordare la svolta che Zanardelli impresse in favore dell’industria bresciana che significò l’abbandono delle politiche dei suoi predecessori volte a conferire le commesse governative all’estero. In un salone a piano terra nel soffitto con effetto trompe l’oeil si affacciano le figure dei principali collaboratori di Zanardelli e al piano superiore erano accolte la biblioteca e una pinacoteca ricca di quadri che ora sono disperse. Attualmente la villa è in stato di notevole degrado e richiede un restauro. Purtroppo alla morte di Zanardelli i nipoti che l’avevano ereditata non riuscirono a conservarla in famiglia e così si orientarono a venderla a un prezzo piuttosto basso a una Istituzione di beneficenza, un’opera pia finanziata dal Comune di Brescia, Villa Paradiso, facendosi promettere dall’allora presidente dell’ente di preservare e custodire le memorie dello zio. Nel tempo questo ente subì una trasformazione e divenne una Fondazione con finalità statutarie di assistenza sociale e dopo un lungo periodo di inutilizzo affidò la villa in comodato all’Anffas, un’associazione a tutela delle persone affette da disabilità. Con il risultato che molte stanze vennero adibite a dormitori per soggetti affetti da handicap separati gli uni dagli altri da paratie che finiscono al soffitto e impediscono di vedere gli affreschi. In altri termini si dovette mettere in atto una forzatura di una struttura di per sè assolutamente inadeguata a finalità di cura e di assistenza sanitaria.
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