Decantata in tutta la sua bellezza da Montesquieu, che ne fu ospite nel 1728, Villa Trivulzio e il suo splendido giardino hanno contribuito alla magnifica stagione settecentesca delle ville di delizia lombarde, come testimoniato anche dalle celebri incisioni di Marc’Antonio Dal Re.
Le origini della villa risalgono ai primi anni del Cinquecento, quando la potente famiglia dei principi Trivulzio estendeva i propri domini sul borgo di Omate e sulle terre circostanti. All’epoca l’imponente edifico ad U delimitava la corte d’onore aperta verso il paese. Il progetto di trasformazione in una villa di delizia fu affidato, all’inizio del Settecento, a Giovanni Ruggeri, ma i lavori non furono mai portati al termine e si limitarono all’eliminazione del corpo centrale.
Le successive ristrutturazioni furono progettate dall’architetto Alemagna verso il 1860, mentre il raccordo fra i due corpi della villa fu realizzato soltanto nel 1906 dall’architetto Majnoni con l'inserimento dell’attuale portico terrazzato. Nel corso dell’Ottocento la villa divenne la vera e propria residenza della famiglia Trivulzio fino alla metà del Novecento.
La villa e il parco subirono un graduale abbandono fino al 1978, anno in cui sono stati acquistati dall’attuale proprietà.
Nel 2000 fu terminato un importante lavoro di recupero che ha riportato la mirabile residenza, il suggestivo giardino all’italiana e il parco secolare al loro antico splendore, aprendo le porte a manifestazioni ed eventi.