VILLA TAMAGNO

VARESE

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VILLA TAMAGNO
Villa Albuzzi del Pero, costruita nella Castellanza di Giubiano, collocabile cronologicamente entro la prima metà del XVIII sec. ma poi rimaneggiata tra il 1837 e il 1841, si segnala per la facciata tardo-neoclassica. Gli interni vennero modificati a partire dal 1885, data di acquisto della dimora storica da parte del noto tenore Francesco Tamagno (nato a Torino nel 1851). Su incarico di questi, nel 1898 Paolo Cantù progettò l'oratorio della villa in sostituzione del vecchio. Tamagno, primo interprete di Otello nell'opera di Giuseppe Verdi, trascorse qui gli ultimi anni della sua vita, fino al 31 agosto 1905, giorno della sua morte. In quegli anni l'Ospedale cittadino si trovava in via Donizzetti. Alcune fonti storiche ricordano anche l'attività di collezionista del Tamagno. Oltre a numerosi dipinti, tra i quali viene citata anche una tela del pittore francese Nicolas Poussin, il tenore collezionava raccolte eclettiche (l'unica arrivata fino a noi e rimasta integra è di insetti, più precisamente di coleotteri (oggi presso i Musei Civici di Varese). Nella Cappella - oggi non più esistente - della villa, il 6 gennaio 1899 la figlia Margherita si sposò con Alfredo Talamona. Per l'occasione lo stesso Tamagno cantò "A Santa Maria di Oropa - Ave Maria", scritta da Luigi Mapelli. Al piano nobile della villa, dove ora trovano posto gli uffici della Direzione Generale Ospedaliera "Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi", si conservano ancora due antichi camini in pietra e pavimenti realizzati a mosaico. Lo scalone d'onore è affrescato con eleganti architetture, nicchie, ringhiere in ferro battuto trompe l'oeil. Sono inoltre affrescate alle pareti dell'ampio scalone d'onore, figure allegoriche e i busti di Rossini e Verdi, in ricordo delle frequentazioni e degli studi di Francesco Tamagno. Anche per i soggetti rappresentati, gli affreschi sono verosimilmente da ricondurre all'ultimo quarto dell'Ottocento. Nella parete centrale dello scalone d'onore affrescato, il tenore Tamagno vi ricavò un piccolo balcone allo scopo di cantare agli ospiti italiani e stranieri i motivi preferiti del suo repertorio. In sostituzione della cappella della primitiva Villa settecentesca fece inoltre costruire una piccola cappella.
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