L'edificio è stato collegato, a partire dagli studi della metà del Novecento, ad una serie di disegni progettuali dell'architetto Carlo Amati (Monza, 22 agosto 1776 - Milano, 23 marzo 1852), conservati presso il Fondo Amati delle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano, datati al 1802-1804. È a tutt'oggi considerato il primo progetto di villa eseguito dal celebre architetto.
È certa la committenza della famiglia Sormani. Nel 1850 passò alla famiglia Biffi.
La severa struttura è stata letta dalla storiografia come un caratteristico esempio di edificio neoclassico, pur di piccole dimensioni.
L'edificio sorge nel centro storico con la fronte principale su strada con struttura due piani fuori terra e pianta a monoblocco, con due modesti avancorpi simmetrici sulla fronte verso strada, sottolineati, nella parte inferiore, da un rivestimento a bugnato. Sulla fronte verso giardino la porzione centrale è parzialmente aggettante. In essa si apre un triportico architravato con colonne doriche a tre fornici. Gli interni di alcune sale presentano decorazioni di gusto neoclassico e monumentali camini nello stesso stile. Il cortile interno è delimitato lateralmente da rustici. Presenta tracce della sistemazione a giardino con viale assiale prospettico, che proseguiva oltre la prima recinzione fino ad una seconda cancellata, che si apriva sulla campagna.