Villa Sciarra, situata alle pendici del Gianicolo, fa parte delle Ville Storiche Urbane di Roma. La sua storia risale al II sec. a.C. periodo durante il quale il luogo ospitava il Santuario Siriaco della Ninfa Furrina. In seguito il bosco sacro fu trasformato negli Horti Caesaris, dove secondo la tradizione Cesare ospitò Cleopatra. L’area fu acquistata nel 1575 da Mons. Innocenzo Malvasia, che vi costruì il suo Casino; quest’ultimo fu acquisito in seguito dal Cardinale Barberini che nel 1647 ottenne anche la proprietà dell’intero parco. A metà del ‘600 il Papa Urbano VIII fece costruire le Mura Gianicolesi, che trasformarono il complesso in villa urbana. Nel 1710 la Villa fu venduta al Cardinale Ottoboni, artefice di tre nuovi giardini con piante esotiche e da frutto e mecenate di alcuni scavi archeologici nell’area dell’antico Tempio Siriaco. Nell’Ottocento la Villa divenne di proprietà degli Sciarra, che provvidero al suo ampliamento. A metà del secolo la Villa e il Casino Malvasia vennero danneggiati dal combattimento tra le truppe garibaldine e quelle francesi. Nonostante alcune ristrutturazioni, la Villa venne venduta dai proprietari in seguito a un crollo finanziario e, mentre il terreno fu lottizzato e destinato all’edificazione, la Villa fu acquistata nel 1902 dal diplomatico americano George Wurts dopo varie vicende. Wurts e la moglie ristrutturarono la palazzina e abbellirono il giardino, inserendovi numerose statue settecentesche provenienti dal Palazzo Visconti di Brignano d’Adda, un Castelletto in stile neogotico (oggi Museo della Matematica) e un belvedere con loggiato. Nel 1908 furono realizzati anche due nuovi ingressi in Via Calandrelli. In seguito alla morte di Wurts la Villa fu donata a Mussolini con la clausola che diventasse un parco pubblico. Ad oggi, nonostante siano stati effettuati dei restauri nel 2004-2005, ben quattro zone del parco sono recintate perché pericolanti e la Villa è preda dell’incuria per assenza di manutenzione e pulizia. Un’associazione di volontari si occupa regolarmente di organizzare pulizie autogestite e di sensibilizzare la cittadinanza; ha inoltre provveduto all’inserimento di nuove panchine, alla potatura del verde e alla riparazione di pergolati e staccionate. La comunità locale è infatti molto affezionata a Villa Sciarra e vorrebbe che fosse salvata dal degrado.