La villa romana di Cottanello venne scoperta alla fine degli anni '60 durante dei lavori agricoli effettuati in località Colle Secco, che riportarono alla luce un complesso abitativo fino ad oggi parzialmente indagato, che occupa un'area rettangolare di circa 90x70 m. Le campagne di scavo degli anni 1969, 1970 e 1972, condotta dalla Soprintendenza archeologica per il Lazio con la collaborazione di volontari membri della Pro Loco, permisero l'individuazione solo di una parte del perimetro dell'edificio abitativo. Dal 2010 inoltre, vengono effettuate indagini annuali dall'Università La Sapienza di Roma. La villa, che rientra nella tipologia della Domus ad atrio e peristilio, è caratterizzata da uno sviluppo planimetrico abbastanza articolato e presenta la maggior parte degli ambienti decorati da interessanti pavimenti musivi dal repertorio particolarmente ricco. In bianco e nero alcuni, policromi altri, questi ultimi caratterizzati dalla presenza di tessere in rosso Cottanello, presentano decorazioni maggiormente geometriche e floreali, anche se le più spettacolari sono le rappresentazioni di maschere teatrali e di una coppia di gallinacei, furono staccati e sottoposti a restauro e poi ricollocati al loro posto protetti da tettoie metalliche. Attualmente si accede alla villa da due ingressi posti a sud-est ed ad ovest e di quest'ultimo, che doveva costituire l'ingresso al peristilio ed agli ambienti settentrionali, si conserva ancora un lacerto della pavimentazione realizzata in blocchi di calcare e rosso Cottanello. Il peristilio, costruito con materiali di recupero, era ornato da quattro colonne sul lato corto e sei sul lato lungo, con capitelli di ordine tuscanico in calcare e basi, conservatesi, realizzate in laterizio ricoperto da stucco, in alcune parti ancora con tracce azzurre di colore. La zona termale, ad ovest dell'atrio, sembra appartenere ad una seconda fase dello sviluppo della villa, essendo state rinvenute negli ambienti tracce di una precedente realizzazione dell'impianto, è stato individuato il frigidarium, contraddistinto dalla forma circolare con quattro nicchie contrapposte e pavimento in cocciopesto, sovrapposto a tracce di una precedente pavimentazione in opus spicatum. L'attiguo ambiente orientale, attraversato diagonalmente da un fognolo le cui tracce erano visibili anche sotto il piano pavimentale dell'atrio, è stato interpretato come tepidarium. Immediatamente a sud di questo, con un'abside sul lato breve e pavimentazione in cocciopesto, si trova il calidarium, che a sua volta, come gli altri ambienti, mostra evidenti tracce di successive trasformazioni. Dallo studio delle tecniche costruttive utilizzate, si possono individuare più periodi nella realizzazione della villa: una prima fase, da collocare cronologicamente tra la fine del II ed il I sec. a.C., è caratterizzata dall'opera incerta; una seconda, compresa tra la fine del I sec. a.C. e la prima metà del I sec. d.C., corrispondente ad un radicale cambiamento nell'impianto del complesso con la realizzazione del peristilio e di ambienti di rappresentanza pavimentati a mosaico, definita dall'opera quasi reticolata e dall'utilizzo del calcare locale e della pietra rossa di Cottanello; l'ultima, molto più tarda, contraddistinta dall'opera vittata presso il peristilio con trasformazione di questo ambiente e con la chiusura di alcuni accessi alla zona porticata. La villa ha restituito, tra gli altri materiali, un considerevole numero di lastre di rivestimento riccamente decorate con raffigurazioni di sfingi, gorgoneia ed elementi vegetali. Importante ritrovamento nel criptoportico, galleria sotterranea parzialmente scavata con funzioni di magazzino, è stato quello di un orlo di dolio con un bollo che riporta la scritta M.Cottae, che ricorda il nome della famiglia cui apparteneva la villa, Gli Aurelii Cottae, dalla quale prende il nome il paese di Cottanello.