La villa romana della Foce, ubicata nei pressi del cimitero, appartiene alla tipologia delle ampie ville residenziali di otium poste in vicinanza del mare. La sua datazione si colloca tra il I e II secolo d.C. anche se il suo primo impianto viene indicato dagli studiosi in età augustea e il suo utilizzo viene ipotizzato fino al V e VI secolo d.C. I resti conservati riguardano il complesso termale adiacente alla villa e comprendono 12 ambienti che evidenziano l'impianto termale ove sono riconoscibili i forni esterni alle stanze, i condotti per circolazione dell'aria calda , la grande vasca absidata per il bagno caldo, la restante parte della villa che si estendeva anche sotto il livello del mare e sotto il rilevato della strada ferrata è andata perduta. Le prime indagini archeologiche iniziarono su segnalazione di Pietro Agosti nel 1925 in seguito al previsto ampliamento del cimitero e i primi scavi furono avviati nel 1936 a cura dell’archeologo Nino Lamboglia.