Il Parco di Villa Pullè, tipica residenza patrizia veneta del '700 circondata da un meraviglioso parco la cui estensione di circa quattro ettari è inserita in un contesto particolarmente affascinante data la sua vicinanza all'Adige e la vista sulla Valpolicella. L’impianto originale del giardino di Villa Pullè risale circa alla metà del '700, a opera dell'architetto veronese Ignazio Pellegrini. Nel 1860 il complesso venne acquistato dal conte Leopoldo Pullè, che iniziò una serie di lavori di sistemazione del parco, interessando in particolar modo il sistema di irrigazione, con l'acqua prelevata dall'Adige. Il parco è attualmente suddiviso in tre zone: la parte bassa, con un leggero pendio, dove si possono ammirare alberi di importanza notevole dal punto di vista botanico; la parte alta dove si incontrano alberi isolati oppure viali, in particolare di ippocastani e platani; la terza area del parco è quella del giardino all’italiana, caratterizzata da un duplice filare di cipressi (purtroppo in gran parte malati), un tempo cadenzato da statue, fontane e lanterne che oggi non esistono più o sono in stato di avanzato degrado. Il Parco di Villa Pullè oltre a essere un polmone verde per la città è una zona di alto interesse botanico e quindi di notevole carattere didattico, ma sia il parco che la Villa da anni versano in uno stato di grande abbandono. Sono stati pensati numerosi interventi di recupero, bloccati però da un grave problema giuridico-patrimoniale: la proprietà di Villa Pullè e del parco è contesa tra l’INPS e il Comune di Verona.