VILLA MASSERIA DONNA CHIARA

TORRE DEL GRECO, NAPOLI

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VILLA MASSERIA DONNA CHIARA
Secolo XVIII Chiara Invitti. Questo è il nome della fortunata donna che abitò queste stanze. Il palazzo che comprendeva un parco con bosco e discesa al mare di circa tre ettari, venne acquistato da Don Flavio Gurgo del Regio Consiglio di Santa Chiara a Napoli. Donna Chiara sposò il Gurgo nei primi del 700 e qui venne a risiedere per un lungo periodo. Alla villa si accedeva grazie ad un lungo viale che si apriva sulla Strada Regia. Appena poco lontano dal centro abitato la villa, posta lungo un asse primario, godeva del grande e suggestivo panorama del golfo, da un lato e del Vesuvio dall'altro. Oggi la costruzione, fatiscente e cadente appare abbandonata e ovunque le grandi ferite del tempo segnano il monumento in modo forte. Un esempio di architettura settecentesca abbandonato. Un altro rudere alla memoria di un passato segnato dal gusto del bello, dell'equilibrio delle forme in un contesto ambientale ricco ed unico. L'antica Villa conserva lo schema tipico dell'epoca che vedeva il quartiere (o sezione abitativa) accostata alla parte rurale. In questa confluivano le attività lavorative della terra e del mare. Qui si accudiva agli animali dell'aia e agli stessi per la trazione dei carri e dei calessi. Fiorente attorno alla villa il lavoro del frutteto e della vinificazione. Oggi si conservano ancora in buono stato le antiche cantine con le ampie volte. Si possono osservare infatti nella parte seminterrata del fabbricato le antiche condotte e l'area del torcular. Residui di botti attestano la destinazione d'uso dei locali. L'edificio si sviluppa su due piani ed uno interrato che guarda il lato mare. Proprio da questo lato si sviluppavano al primo piano ampi terrazzi che permettevano agli abitanti la villa di poter godere al meglio il panorama sul golfo. Più oltre e più in basso verso l'attuale via Mortelle un corpo di fabbrica distaccato dall'edificio maggiore, doveva accogliere parte della servitù e forse una piccola stalla. Qui si possono osservare ancora le vestigia di antichi pozzi, scavati nel contesto della lava del 1631.In molti punti dell'edificio si possono scorgere le tracce di decorazioni a stucco del 700, dell'800 e anche del 900. L'intero edificio venne costruito su un possente banco lavico. La muratura oggi messa a nudo in molti punti mostra l'utilizzo abbondante del tufo giallo. Al piano sono ancora evidenti le tracce di antiche pavimentazioni. Pochissime sono le tracce di intonaco affrescato. Nulla resta dell'antico mobilio. Anche le porte interne tra i vani sono state rimosse. Alcuni solai del primo piano sono pericolanti e rendono il piano sottostante pericoloso e non visitabile. Parte della Facciata che si rivolge a mare è crollata.
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