Villa Levi è una delle più singolari ville della campagna Reggiana, caratterizzata dalla presenza dell’imponente cupola metallica e del colonnato gigante nel fronte sud. Nata come residenza estiva probabilmente attorno alla prima metà del 1600 ma significativamente rimaneggiata tra il 1790 e il 1810 su commissione dei Besenzi, i primi proprietari. Fu l’architetto Domenico Marchelli a occuparsi della ristrutturazione, introducendo il timpano che sopravanza leggermente l’edificio. All’architetto Marchelli è riferibile anche la sistemazione del vasto giardino “all’italiana” e la realizzazione dei due edifici di servizio, che fungevano da abitazione del custode e stalla. Negli anni ’30 del 1800 l'architetto Luigi Poletti ha aggiunto la cupola sorretta da un colonnato circolare gigante e lavorato al “nuovo” prospetto sud, con la creazione di un pronao colonnato e di scalinata monumentale che collega il livello terra al piano nobile. La villa oggi ha quindi acquistato un’impronta che rimanda alle influenze palladiane. La villa passò alla famiglia Levi nel 1874; all’inizio del ‘900 sono riferibili le decorazioni interne in stile libery. Venne poi acquisita dai Pelosi nel 1956 e dall’Università di Bologna nel 1971, che la destinò a sede del corso di Scienze della Produzione Animale. A metà degli anni ’80 l’Università ricava un piano nel sottotetto, dove vennero realizzati uffici e laboratori. Oggi la villa è proprietà dell'Università di Bologna, che ha mantenuto soltanto attività laboratoriali e la gestione dell'azienda agraria. Viene messa a disposizione delle associazioni dei cittadini di Coviolo per l'organizzazione di eventi, come ad esempio Covioloinfesta.