VILLA FARAGGIANA

MEINA, NOVARA

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VILLA FARAGGIANA
Costruzione neoclassica, sorge in posizione panoramica lungo la strada Nazionale del Sempione tra Arona e Meina. Fu fatta costruire nel 1855 dal senatore del Regno e conte di Sarzana Raffaello Faraggiana (1841-1911) su disegno dell'ingegnere Antonio Busser. E' uno degli edifici più maestosi e significativi della sponda piemontese del lago Maggiore; ha pianta rettangolare ed offre soprattutto nell'aggetto della zona centrale e nelle zone estreme, che ripartiscono la facciata a lago, un chiaro esempio di neoclassicismo. Concepita come dimora di villeggiatura, dove trascorrere i mesi estivi e imbandire sontuose feste e ricevimenti, presenta una facciata a lago ricca di particolari, come il timpano, impreziosita da eleganti partiture e da una serie di ritratti di uomini celebri, in alto e bassorilievo. Una monumentale scalinata precede un portico sostenuto da quattro colonne, la cui copertura è data da un terrazzo. La villa è immersa in un vastissimo parco (di circa settanta ettari) ricco di piante secolari (tigli, faggi, cedri del libano) un tempo, in particolare, era un vero e proprio regno di flora tutto ricoperto di ortensie amorevolmente coltivate da Catherine Ferrandi (1856 1940) moglie dellingegnere Raffaello Faraggiana che aveva ereditato la residenza lacustre dopo la morte del padre. La padrona di casa conosciuta come eccellente amazzone, oltre a fiori e piante, adorava allevare cavalli e curava un giardino zoologico aperto al pubblico simile allattuale Villa Pallavicino di Stresa (si ricorda la presenza delle più rare specie di pappagalli, gazzelle, struzzi, stambecchi, cervi, daini, antilopi, lame, pecore dAden e del Tibet) ed un museo in cui erano custoditi animali imbalsamati importati dal figlio Alessandro dai suoi viaggi africani. Nel parco della villa si potevano trovare oltre alla casa padronale con 44 metri di fronte lago, le scuderie e alloggi per la servitù, labitazione del maggiordomo con darsena privata a lago, la graziosa abitazione del custode, il già citato museo composto da 7 sale contenenti una ricca collezione di animali impagliati ora conservati presso la Fondazione Faraggiana a Novara, la zona destinata al ricovero degli animali con annesse abitazioni per i custodi, una masseria con annesso frutteto, limonaie e serre per la produzione di frutta e verdura, e infine un grazioso gabinetto fotografico per lo sviluppo delle fotografie, passione del Marchese Faraggiana. Morti i primi proprietari la villa non fu più utilizzata dagli eredi e durante la guerra divenne asilo per sfollati , soldati ed ebrei superstiti. I discendenti Faraggiana decisero quindi di farne dono alle Suore dell'Ordine delle Poverelle di Bergamo, che dapprima la destinarono ad orfanatrofio e più tardi a convalescenziario. Oggi è proprietà di privati.
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