. Costruita a metà del Cinquecento per volere del vescovo di Melfi Alessandro Rufini, tra il 1573 e il 1623 la dimora, prima fra le dodici ville tuscolane nell’area dei Castelli Romani, appartenne, con alterne vicende, alle famiglie Cenci, Sforza, Gonzaga, Montalto e Orsini. Nel 1628 fu acquistata dai Falconieri, che ne furono proprietari fino al 1879 e ne commissionarono un ampliamento, la cui progettazione è stata attribuita dapprima a Francesco Borromini e poi a Camillo Arcucci. Tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento vennero realizzati affreschi di notevole interesse: tra i più importanti, il Ratto di Proserpina di Ciro Ferri, un allievo del grande pittore barocco Pietro da Cortona e il ciclo realizzato nel 1727 da Pier Leone Ghezzi nella Sala dell’Inverno, dove si trovano ritratti i membri della famiglia Falconieri a grandezza naturale a passeggio nella loro proprietà, che include un importante giardino all’italiana realizzato nel Seicento e un’altra porzione di parco di inizio Settecento, con note di romanticismo ante-litteram tra cui un laghetto circondato da cipressi. Dopo aver ospitato, dal 1898 al 1905, i frati trappisti dell’Abbazia delle Tre Fontane, nel 1907 la villa fu acquistata dal barone tedesco Ernest Mendelssohn-Bartholdy, nipote del compositore, che la donò all’imperatore Guglielmo II, il quale decise di destinarla a sede di una scuola tedesca di belle arti e lettere e fece eseguire diversi lavori per rendere più piacevole il soggiorno degli ospiti, come la costruzione della “casetta rossa” per gli studi degli artisti. Dopo la Prima Guerra Mondiale la villa fu confiscata dallo Stato; a partire dal 1928 fu sede del pioneristico Istituto Internazionale di Cinematografia educativa, diretto da Luciano De Feo e nel 1929 ospitò anche Louis Lumière. Dopo essere stata, a partire dal 1938, sede dell’Istituto Nazionale per le Relazioni con l’Estero (INRE), diretto da Galeazzo Ciano, durante il secondo conflitto fu occupata dal comando militare tedesco agli ordini del Feldmaresciallo Kesserling. Gravemente danneggiata dai bombardamenti dell’8 settembre 1943, dopo un periodo d’abbandono e di saccheggi, interrotto dalla presenza di “colonie elioterapiche” per i bambini di Frascati, la villa fu restaurata tra il 1956 e il 1958 e subì un nuovo, importante intervento di riqualificazione tra il 1983 e il 1996. Ha poi ospitato il Centro Europeo dell’Educazione dal 1959 al 1999, mentre dal 2000 al 2015 è stata sede dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INValSI). È stata affidata all'Accademia Vivarium novum nel 2016