Villa Durazzo Parodi è una dimora storica del XVII secolo sito nel ponente genovese ed esattamente nel quartiere di Sestri Ponente a Genova. Nel 1733, Stefano Spinola di Francavilla donava ai Padri Gesuiti una sua villa con palazzo nobiliare che sorgeva sulle alture di Sestri Ponente, sita tra quelle dei Lomellini-Rostand a levante, e dei Pallavicini e Spinola a ponente, affinché fosse destinata alla villeggiatura del Collegio. L'edificio, però, non rispondeva per capienza e impianto alle esigenze della comunità ecclesiastica "che ne decise la trasformazione". I lavori erano stati seguiti dal Fratello Cesare Ferretti ed erano proceduti celermente se, nel 1735, l'edificio poteva già essere utilizzato. L'oneroso impegno finanziario e, soprattutto, la soluzione planimetrica, lasciano supporre una completa riedificazione del palazzo. Nell'Ottocento, a seguito degli Editti napoleonici per la confisca dei beni ecclesiastici, la Villa era passata in proprietà di privati cittadini. Prima ai Durazzo, poi al banchiere svedese Jonas Haghermann . Nel 1856 nella villa fu ospitata la duchessa d'Orléans con i figli in esilio dopo la rivoluzione del 1848, come commemora ancora oggi una targa nell'atrio del palazzo. Era quindi passata ai Raggio e in seguito era stata venduta al banchiere Parodi il quale, nel 1905 l'aveva a sua volta offerta al Comune di Sestri Ponente per 207.500 lire. La delibera per l'acquisto della Villa era stata approvata il 18 ottobre 1905 ed era stato deciso di installarvi una Scuola Tecnica per ragazzi "che avessero terminato le elementari, per introdurli nel mondo del lavoro". Il palazzotto originale, di soli due piani, era stato edificato sul livello più alto di un terreno collinare ed era esposto a mezzogiorno. Il pianterreno era composto da sei grandi stanze e da un maestoso atrio scandito da colonne che dava accesso, attraverso due rampe di scale simmetriche, al piano superiore. Una galleria collegava l'ingresso al cortile retrostante. Il piano nobile era articolato internamente al grande salone centrale, con altre grandi stanze. Tutto l'edificio era decorato da affreschi monocromi di gusto Rocaille, con prospettiche di giardini e cortili, che davano l'illusione di maggior ampiezza dei locali. Nel 1735, al palazzotto erano stati aggiunti due edifici a tre piani, formando un corpo unico a forma di ferro di cavallo e creando un cortile poco profondo, rinserrato da tre lati. I corpi laterali erano destinati alle celle dei confratelli, disimpegnate da lunghi corridoi. Il corpo centrale assolveva alle funzioni di rappresentanza e di preghiera. Il complesso edilizio è rimasto inalterato sino ai giorni nostri, salvo le modifiche interne apportate alle celle per realizzare le aule scolastiche. Parco Il parco si estende per circa 18.000 m² in un terreno collinare, confinante a est con l'antica Via Briscata, a nord e a ovest con altre proprietà, e a sud con la pubblica Via Vado. L'ingresso principale è costituito da un poderoso edificio abitabile, a due piani, con un ampio arco da dove inizia il viale interno carrabile, che conduce alla parte più alta del giardino. In origine, quivi c'era un vasto aranceto e un piccolo orto botanico, con numerose specie arboree e floricole, oggi del tutto scomparso.
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