L'attuale Villa Rubino è la residenza sotto la quale si stendono i resti che molti studiosi identificano con il celebre Formianum, ossia la villa estiva di Cicerone. In questa villa l'oratore si ritirò durante il I° triumvirato di Cesare, Pompeo e Crasso essendo venuto meno il suo peso politico. Di questo suo soggiorno se ne ha notizia grazie all'intensa corrispondenza tra Cicerone e l'amico Tito Pomponio Attico. In questo luogo luogo da lui prediletto, Cicerone continua i suoi studi e a seguire le vicende politiche di Roma. Seneca riprendendo gli scritti di Tito Livio racconta che in questo luogo l'arpinate fu raggiunto dai sicari di Antonio e ucciso il 7 dicembre del 43 a.c.
Profonde modifiche hanno stravolto la struttura originaria, ma si può ancora vedere l'impianto organizzato da ambienti rettangolari a Nord e da un settore residenziale a Est, il tutto si sviluppa su tre terrazze degradanti verso il mare, e ancora si possono scorgere l'ampia peschiera, il porticciolo privato e il grande edifico con cortile centrale, caratteri peculiari delle nobili residenze dotium del litorale campano-laziale. Il livello inferiore conserva una serie di ambienti tra i quali spiccano i cosiddetti ninfei maggiore e minore, riccamente decorati. Fu restaurata dai Borboni, poi dal principe di Caposele e la villa Rubino così carica di storia venne frequentata come albergo di lusso da colti personaggi che la resero famosa in tutta Europa.
Un grande e pregiato patrimonio oggi chiuso al pubblico e in via di degrado che necessita di urgenti interventi di recupero.