VILLA D'ATTEMS A PECÒL

ATTIMIS, UDINE

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VILLA D'ATTEMS A PECÒL
Villa d'Attems a Pecòl è una Villa Veneta in rovina nel comune di Attimis (UD). L’uso sempre maggiore della polvere da sparo rese obsolete molte fortificazioni medioevali e il terremoto di magnitudo 7 del 26 marzo 1511 nel Friuli danneggiò i castelli di Attimis Superiore e Inferiore. A seguito di questo, i Conti d’Attems del ramo dell’Orso abbandonarono il castello Superiore per trasferirsi in una residenza più comoda a valle. Pecòl, la località scelta, era un piccolo borgo formato da case coloniche circondate da un robusto muro di cinta, una torre dalla quale controllare il circondario e un mulino costruito presso un vicino ruscello. Una lapide oggi spostata nella residenza inferiore ricorda che nel 1637, Elena di Aviano, sposata a Benedetto d'Attems, lo trasformò da luogo fortificato a villa. Un'altra lapide (ubicazione ignota) ricorda ulteriori lavori eseguiti nel primo ‘700. Nel 1778 fu edificata un’ ala a est abbellita da buon pennello che trasformò parte del complesso in quello che si poteva ammirare fino al 1944 e, attualmente, solo nelle fotografie. Una delle ultime aggiunte fu una torre edificata a sinistra della facciata commissionata a fine ‘800 dal conte Odorico che la desiderò simile a quelle del Castello di Miramare (Trieste), per ricordare alla figlia Irene la sua città natale. Fino al 1940 la torre aveva il tetto terrazzato e merlato ma successivamente fu aggiunto un tetto a falde rivestito da tegole. Il 1 ottobre 1944 le truppe tedesche incendiarono la villa. L’archivio di famiglia, comprendente documenti scritti secoli prima, andò in fiamme. Oggi la villa si raggiunge dopo aver costeggiato la chiesa parrocchiale, una caserma militare abbandonata e, lungo una strada in salita, le prime case di Pecòl. Esse erano originariamente le stalle e le abitazioni dei coloni e ora sono le case dei discendenti degli ultimi abitanti della villa. Prima della distruzione, una scalinata lapidea partiva da un cancello in asse con la strada e conduceva a un cortile antistate la villa. Oggi l’ingresso si trova sul lato a monte delle rovine. Varcato il nuovo ingresso, sulla sinistra ci sono i resti dell’abitazione del gastaldo e a destra, salendo lungo la strada sterrata si susseguono i locali per la servitù, la chiesa gentilizia con in alto una finestra semicircolare e la parete laterale del corpo principale. Sulla sommità c’è un cortile su cui si affaccia la villa. L’ingresso al piano nobile, sopra un basamento bugnato, avveniva tramite due scale di pietra che conducevano a un piccolo terrazzamento con un portale arcato. Guardando la facciata principale, sulla sinistra, si intravedono le rovine della torre. L’ ingresso originale del cortile è affiancato da due alberi secolari: al centro c’era un pozzo lapideo sormontato da un arco in ferro lavorato che è stato smontato e ricostruito presso la dimora inferiore. Sulla parte destra prosegue una terrazza sostenuta da colonne. Eccetto per la caserma militare abbandonata, l'area si è salvata dalle speculazioni edilizie post-belliche, per cui conserva ancora un'integrità paesaggistica storica. A seguito della distruzione il complesso è in stato di completo abbandono. Le rovine sono coperte da infestanti. Fino al 2019, ogni luglio vi si svolgeva la sagra del paese.
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