Villa Correr Dolfin sorge ad est del Centro Storico della città di Porcìa. Attualmente è di proprietà del Comune di Porcìa. Si tratta di una delle più importanti ville venete della regione. E' stata costruita tra la fine del 1600 e l'inizio del 1700 dalla nobile famiglia veneziana dei Correr, patrizi veneti, passata poi alla famiglia Dolfin in seguito al matrimonio contratto nel 1848 da Caterina Correr con il conte Carlo Dolfin. La villa manca all'interno di ogni servizio perchè sembra non sia mai stata abitata stabilmente. Per accedere all'edificio si entra dal cancello d'onore, sostenuto da due colonne quadrate a grosse bugne, rese importanti da sovrapposte sfere e coppe sbaccellate. Dall'ingresso, con una scalea ornata da balaustra a colonnine rotonde, sopra cui stanno quattro statue, si accede direttamente al grande salone dal quale, a mezzo di quattro porte situate agli angoli, si entra nelle quattro sale del piano terra. A metà della parete occidentale del salone si trova l'imponente scalone d'onore con grande porta centinata e mascherone nella chiave dell'arco. Tutti i soffitti sono alla sansovina, sobriamente dipinti quelli del salone a piano terra. In più sale troneggiano grandi camini in marmo rosato. Tutti gli ambienti sono ornati da grandi affreschi, solo in poche parti caduti, che ricoprono tutte le pareti. Trattasi del lavoro di un artista che indulge al più fastoso barocco e che, tormentato da uno spiccatissimo horror vacui ha riempito tutte le superfici, dal soffitto al pavimento di grandi festoni decorativi, solenni colonnati in prospettiva, giardini, rovine ed ariosi paesaggi. I pavimenti sono molto insellati anche a causa dei depositi di cereali effettuati in passato. La villa è contornata da due fabbricati adiacenti: quello ad ovest consta di un'ala lunga e bassa con due portoni in pietra bugnata, mentre quello ad est (attualmente in fase di restauro) si presenta come una classica barchessa, con un colonnato dorico elegante nella sua linda semplicità. Termina a nord con l'abitazione del fattore, formato da un fabbricato a due piani, e a sud con il prospetto della cappella gentilizia affiancato da un notevole portone bugnato. Sul tetto della barchessa si notano i caratteristici camini a forma di campana rovesciata. La villa è circondatala da un vasto parco che ha un'estensione di circa sei ettari. Il giardino è abbellito da piante di vario genere: pioppi, platani, cipressi, magnolie, rubee criptomerie, alte conifere. Ad ovest sgorgano delle polle sorgive che alimentano due ameni laghetti. Tra i vari uccelli che nidificano in loco ricordiamo anche gli aironi cenerini e vari passeriformi. Il giardino è adornato da numerose statue: quattro si trovano sulla balaustra dell'ingresso d'onore, sei nell'esedra antistante e due a nord-est nel giardino. Sono scolpite in pietra chiara con buone fisionomie, nudi ben proporzionati e sciolti panneggi. Purtroppo le intemperie le hanno un po' troppo levigate e gli scempi perpetrati dalle truppe d'occupazione hanno provocato alcune mutilazioni. La villa può essere annoverata tra le più importanti del Friuli e additata agli amatori delle cose belle per quel gusto settecentesco, tanto lodato nel mondo intero, tipico dell'arte veneta.