VILLA COMUNALE TAMBORINO

MAGLIE, LECCE

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VILLA COMUNALE TAMBORINO
La Villa insiste in zona urbana, tra il centro e la periferia Sud di Maglie. Di forma irregolare, si estende per 7 ettari. Il terreno ha una salita naturale al centro della villa, con un salto di quota di circa 6 metri. Completamente recintata, la Villa è dotata di due ingressi secondari laterali ed un ingresso monumentale, affacciato su piazza Tamborino. Di proprietà del Comune di Maglie, è protetta da vincolo ope legis, in quanto bene di interesse storico con più di 50 anni, di autore non vivente e di proprietà di ente pubblico. La famiglia Tamborino si afferma nella seconda metà dell’Ottocento, sull’onda dello sviluppo economico seguito alla realizzazione del nuovo tracciato ferroviario Lecce-Maglie-Otranto; il capostipite è Achille Tamborino, politico nato a Maglie nel 1825, senatore del Regno d’Italia. Secondo la consuetudine delle famiglie emergenti, anche i Tamborino tengono a mostrare la propria grandezza edificando palazzi e residenze di campagna, immersi in parchi privati. La Villa comunale nasce come giardino di Palazzo Tamborino, con il quale costituiva in origine un corpo unico; commissionato dal senatore Tamborino all’ingegnere Tommaso Piscopo di Poggiardo, viene consegnato nel 1874. Nel 1975 la famiglia dona la grande area verde al Comune di Maglie. La Villa si presenta suddivisa in due zone, diversamente connotate: la zona prossima all’ingresso principale è strutturata come giardino all’italiana, mentre il resto segue piuttosto lo stile inglese. Dall’ingresso si accede ad uno slargo a pianta semicircolare, coronato da sei pilastrini a pianta quadrata riccamente decorati con motivi floreali; quattro di questi sono coronati da fioriere con protomi e festoni, mentre sugli altri due sono poste sculture di bambini che suonano; al centro si trova un busto maschile che ritrae Achille Tamborino. I pilastrini individuano i diversi sentieri che disegnano la parte del giardino in stile italiano, con aiuole, piante esotiche e sedute; il sentiero centrale si inoltra nella zona all’inglese, attraversando un bosco di lecci ed un bosco sempreverde. Qui vi è un importante cambio di quota: il sentiero sale con una scalinata che porta a un Belvedere posto su una grotta artificiale, dal quale è possibile ammirare il Santuario della Madonna Addolorata e parte del paese. Il bosco di lecci accoglie panchine, giochi per bambini e fioriere poste sul margine del sentiero. Sobrio ed imponente, l’ingresso principale è costituito da un padiglione monumentale in stile neoclassico. Il prospetto esterno è più austero, diviso in 5 campate, con un bugnato sul primo livello e paraste che inquadrano decorazioni a fiori sul secondo livello. Il prospetto interno presenta un apparato decorativo più importante: festoni, motivi vegetali, capitelli corinzi, balaustre modanate, la campata centrale estroflessa con pianta esagonale posta tra due serliane. Il Belvedere è impreziosito dalla presenza di un padiglione a pianta ottagonale in stile corinzio, con fregio ionico curvo presentante motivi orientali. L’ordine regge protomi umane e dei sopraluce litici traforati; questi sono decorati con motivi floreali scolpiti e presentano vetrate policrome visibili dall’interno. La cupola a padiglione è colorata di giallo e rosso. Molto complessa è la sima in pietra con motivi a palmetta e fiori di loto. Elementi tipici del giardino romantico, si ritrovano nella Villa diverse grotte artificiali, poste sotto la scalinata che conduce al Belvedere. Accessibile la grotta maggiore, sulla quale insiste il Belvedere, al cui interno è presente un affresco a trompe l’oeil del Palma (1821). L’affresco raffigura un panorama marino con due ponti arcati, una teoria di pini ed una piccola spiaggia. La volta della grotta è decorata con grosse gocce in pietra che sembrano cadere dall’alto.
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