In una posizione fra le più felici e suggestive, a valle della borbonica strada delle Calabrie, non lontano dalla Reggia di Portici e contigua alla Villa Favorita, Villa Campolieto venne edificata per volontà del Principe Luzio De Sangro, Duca di Casacalenda che nel 1755 affidò il progetto e l’esecuzione dei lavori a Mario Gioffredo. Costretto ad abbandonare l’opera intorno al 1760 fu sostituito da Luigi Vanvitelli che, dal 1763 al 1773 (anno della sua morte) ne diresse i lavori, completati nel 1775 dal figlio Carlo. Acquisita nel 1977 dall’Ente per le Ville Vesuviane, oggi Fondazione, dopo 6 anni di restauro è stata restituita alla pubblica fruizione. L’edificio è impostato a pianta quadrata, articolando i quattro blocchi di una galleria centrale a croce greca, e si sviluppa su cinque livelli. La facciata posteriore si apre con un portico ellittico a colonne toscane che forma un belvedere coperto e si conclude con un magnifico affaccio al mare con una vasca e una scala a forma ellittica che unisce il corpo di fabbrica al giardino sottostante. Vanvitelli “stravolgendo il disegno originario del Gioffredo” ridisegna lo scalone della Villa, creando un rampante centrale e due laterali sul modello sperimentato a Caserta, arricchendolo con un mascherone e una grottesca situati nel lato interno dell’arco d’ingresso e da sei nicchie che scandiscono la salita al piano nobile contenenti delle statue a soggetto mitologico; il vestibolo inoltre si presenta con un atrio coperto a cupola e fiancheggiato da due nicchie absidali. La sala da pranzo, tra le più suggestive, ideata dal Gioffredo a forma quadrata con soffitto a botte, viene stravolta dal Vanvitelli che la rende circolare. L’affresco, che decora l’intera stanza, opera di Fischetti e Magrì, riproduce un gazebo ricoperto da un vitigno coltivato nei fondi del principe. Tra gli affreschi, un autoritratto del Vanvitelli.