LA REGIA PRECETTORIA

SPINAZZOLA, BARLETTA ANDRIA TRANI

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LA REGIA PRECETTORIA
In pieno centro storico, nel complesso della Regia precettoria di Basilicata il cui regio precettore fu fino al 1799 Antonio De Cesare e poi dopo il passaggio del Cardinale Rufo e dell’esercito cristiano fu Giovanni Spada, si trova Via Cracas a memoria della Famiglia Chracas. I Chracas furono un’importante famiglia di tipografi ed editori di Spinazzola, attivi a Roma dal 1698 al 1771. Ad iniziare l’attività fu Luca Antonio (1659-1723) che intorno al 1697 aprì una stamperia nella Gran Curia Innocenziana in piazza Montecitorio, ed agì dopo la morte di Innocenzo XII avvenuta il 1700, fino al 1701 quando il papa Clemente XI assegnò quei locali a Girolamo Minardi. Chracas si trasferì allora in una bottega nel palazzo Vitelleschi, presso San Marco al Corso, che funzionava sia da officina che da locale per la vendita dei libri. A partire dal 1703, non figurò più nelle edizioni stampate come il titolare della stamperia, ma al suo posto comparve il figlio Giovanni Francesco (Roma 1692-1741), egli mantenne l’attività fino al 1721, poi passò a suo fratello Galeazzo (Roma 1696-1721) e infine alla sorella Caterina (Roma 1693-1771), che assunse la gestione. Alla morte di Caterina nel 1771, la stamperia Chracas passò nelle mani del suo collaboratore Alessandro Burlini, poi, alla morte di costui, fu comprata da Vincenzo Pilucchi, altro giovane di bottega. Questi mantenne, grazie ai privilegi concessogli da Papa Pio VI, il nome «Stamperia Chracas», concessione che fu confermata dal Papa Pio VII anche per le sue figlie che la, mantennero in vita fino a metà Ottocento Tra le tante pubblicazioni, l’edizione che rese celebre la stamperia della famiglia Chracas e che ne accompagnò quasi tutta l’esistenza fu il Diario Ordinario, la cui nascita si deve al capostipite Luca Antonio Chracas, il quale lo fondò nel 1716 era il Diario d’Ungheria, un foglio informativo settimanale riguardante le notizie sulla guerra austro-turca (1716-1718). A guerra finita, nel 1718, il fascicolo dalla sua originaria impostazione, mutò il suo nome in «Diario Ordinario» di Roma perdendo l’indicazione di Vienna come altro luogo di stampa; iniziò, a dare spazio anche agli avvenimenti riguardanti lo Stato Pontificio, trasformandosi in breve tempo in un vero giornale cittadino. A partire dal 1775, anno di svolta per la testata, la stampa venne scissa in due distinti fascicoli: il Diario Estero, pubblicato il venerdì, per tutte le notizie dall'estero; e il Diario Ordinario, pubblicato il sabato, per le informazioni riguardanti lo Stato Pontificio. Nel 1887, il bibliotecario e pubblicista romano Costantino Maes (1839-1910) riprese le pubblicazioni del Cracas, che si erano interrotte nel 1848, e le proseguì, con cadenza settimanale, fino al 1894. E molto probabile che il giornale, venduto su abbonamento, avesse un’elevata diffusione grazie al suo prezzo modico. La redazione del Diario ha sempre saputo adattarsi alle mutevoli esigenze delle autorità ecclesiastiche, che controllavano e selezionavano le notizie da pubblicare, fino ad un uso propagandistico della testata. Ciononostante il Diario accompagnò con le sue cronache i più importanti eventi della storia del Settecento, fino a metà Ottocento.
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