VENEZIA URBS E CIVITAS

VENEZIA

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VENEZIA URBS E CIVITAS
Le immagini di Venezia durante la pandemia da Sars Cov2 incantano. Parlano però di una città desertificata da anni di promozione di un turismo distruttivo, i cui numeri potrebbero raddoppiare se non ci saranno interventi radicali per arrestare questa tendenza. Altri residenti saranno cacciati con l’ulteriore perdita di posti di lavoro qualificati nella ricerca, nell'amministrazione, nella sanità, nelle istituzioni culturali del centro storico. Eppure Venezia è ancora una città viva, sebbene disperata. Da qui parte il nostro appello affinchè la voce dei Veneziani insieme alla coscienza civica di tutti siano baluardo e motore di una trasformazione della città da parco di un turismo passivo e predatorio a luogo-fulcro di creatività per ogni disciplina dello spirito. In questo centro di produzione di idee e visioni il visitatore sarà indispensabile, ma lascerà la sua produzione in dote alla città e al mondo. Venezia avrà un futuro se rimarrà città, se i cambi di destinazione d’uso degli immobili terranno conto dell’interesse della comunità prima che del singolo, chiudendo l’epoca della dissennata costruzione di migliaia di posti letto, di nuovi alberghi in città e sulla gronda lagunare. Ammiriamo oggi Venezia nel suo splendore, ma ci accorgiamo ora inequivocabilmente che quei milioni di persone che hanno riempito ogni spazio, alla città non hanno lasciato nulla, se non un contributo decisivo alla dissoluzione della Civitas, poichè le attività ad essa funzionali non hanno ragione di esistere se i cittadini se ne vanno. Serve urgentemente un nuovo risveglio con idee di qualità che possono avere un valore ben più importante rispetto a quello del turismo di massa da cui la città non ha ricavato nemmeno le risorse necessarie per resistere a pochi mesi di emergenza e continuare ad erogare i servizi indispensabili ai suoi abitanti. Vogliamo dare voce alle competenze e visioni che, anche localmente, non mancano poichè lo stato di degrado della città e del suo ecosistema è sotto gli occhi del mondo intero, e non rende onore al nostro Paese. Dare una visione ragionata e ragionevole al governo di questa città incantevole e fragile richiede coraggio: finalmente con voce autorevole dobbiamo affermare che non tutto è compatibile, che lo scavo di nuovi canali per accogliere nuove e più grandi navi sarà uno sfregio irrimediabile ad un equilibrio ambientale già gravemente compromesso; che tutto quanto a livello sia locale che nazionale è stato promosso e tollerato richiamerà nuovamente un turismo che ha impoverito la città provocando i problemi che l’affliggono: la perdita dei suoi abitanti, cacciati da costi abitativi insostenibili, un sempre maggiore moto ondoso, ed un peggiore inquinamento dell’aria. Sono questi alcuni dei gravi problemi che la città di Venezia affronta quotidianamente e che ne mettono a repentaglio la sopravvivenza. Si può partire da uno solo di questi di questi, ma si deve fare, poiché in quanto abitanti di questo straordinario Paese riconosciamo la responsabilità che abbiamo verso i nostri figli e verso il mondo che ci guarda e, come i testi di molti articoli di autorevoli giornali di tutto il mondo testimoniano, vede Venezia sull’orlo di un abisso da cui sarà impossibile fare ritorno.
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