La Pieve di Calcio, fondata in prossimità di un’antica via militare che collegava Milano ad Aquileia, era un centro catalizzatore delle campagne, che solitamente era collocato nei centri rurali importanti.
Nel XVI secolo l'edificio presentava la struttura tipica delle chiese gotico-lombarde, frutto probabilmente di un rifacimento della primitiva costruzione di tipo romanico.
Con l'aumento della popolazione, agli inizi del '500, si iniziò a parlare di "ricostruzione" della pieve, ma nel 1590 la volta non era ancora finita e il pavimento era sconnesso. I lavori veri e propri ripresero dopo il 1689 grazie ad alcuni lasciti testamentari tra cui quello del conte Teodosio Secco D'Aragona.
Nel 1731 terminarono i lavori di ristrutturazione e l'erezione della facciata barocca. Nello stesso decennio si assiste all'innalzamento della torre campanaria nella quale furono istallate le campane.