Oltre alle cave, nell’economia padulese grande importanza hanno avuto i mulini e le carcare che rappresentano una vera e propria documentazione di archeologia “industriale”. Si trovano tutti sul versante orientale dell’abitato ed erano alimentati dal torrente Fabbricato che nascendo alle pendici delle Boccaglie di Mandrano scendeva impetuosamente a valle. Già nel Trecento venivano contati almeno cinque mulini, che nel 1630 erano diventati otto anche se non tutti funzionanti: di questi, cinque erano di proprietà della Corte, due appartenevano ai monaci della Certosa di San Lorenzo e l’ultimo al Convento di Sant’Agostino. Il sistema di alimentazione dei mulini non sempre era agevole a causa della natura del terreno e del dislivello tra mulino e mulino. L’acqua abbondante del torrente veniva allora deviata dal suo alveo naturale, portata in quota mediante un sistema di canalizzazioni e fatta precipitare, attraverso un condotto in pietra, sulle pale delle macine. Dove l’orografia non lo consentiva, il canale era realizzato su arcate che sono ancora oggi ben visibili in alcuni casi. Percorrendo oggi la gola in cui scorre il torrente Fabbricato, si contano una decina di piccole costruzioni: sono i resti dei mulini, due dei quali sufficientemente conservati.