Nella Vallata Santa Domenica, vero e proprio “parco naturale” che divide la città in due parti collegate fra loro da tre ponti, sono ancora presenti i mulini ad acqua ed i terrazzamenti realizzati per la coltivazione intensiva dei versanti. Sul margine sinistro della vallata si trovano alcune tombe “a grotticella” anteriori al periodo greco, e in un'altra zona sono ancora visibili piccoli ipogei funerari databili tra il IV ed il V secolo d.C. Il paesaggio del fondovalle è caratterizzato dalle latomie, grotte realizzate intorno al Settecento per l'estrazione della pietra e successivamente utilizzate come ricovero per animali o magazzini: in esse sono le “carcare”, forni circolari in pietra per la produzione della calce. A conclusione del costone della vallata si trova la Chiesa di San Bartolomeo, oggetto di un recente restauro, costruita nella seconda metà del XVI secolo e dunque importante testimonianza dell'architettura e del patrimonio storico-artistico ragusano pre-terremoto.