Giornate FAI di Primavera
Sabato 23 e domenica 24 marzo 2024
MAMMA LI TURCHI

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SANTA CATERINA DELLO IONIO, CATANZARO

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MAMMA LI TURCHI
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Ingresso dedicato agli iscritti FAI con possibilità di iscriversi in loco


In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

La Torre di Sant'Antonio è una torre d'avvistamento risalente al XIII sec. Viene detta anche torre "cavallara" perché era presidiata da due guardie che, a cavallo, perlustravano a turno il litorale. Serviva per l'avvistamento delle flottiglie di pirati (balcanici, greci, anatolici) provenienti dal mare. I segnali di pericolo erano diffusi con fumo e fiamme, prodotti di notte da fuochi accesi sulla sua sommità. Se la datazione è precisa, la Torre è la prima (o una delle prime) sulla costa ionica meridionale e precede le torri angioine e durazzesche similari della fine del secolo XIV.

La torre è cilindrica con un diametro di sette metri e ha subito nel tempo delle modificazioni, ma sono state rispettate le sue caratteristiche costruttive, tra cui i merli, le aperture, la scala esterna, il colore dell'intonaco ed un'ampia zona di rispetto non edificabile. Collocata vicina al mare, a ridosso della torre è presente la rimessa per i cavalli, che venivano utilizzati dalle guardie per avvisare il villaggio situato sulla collina dell'arrivo dei pirati. Al complesso originario sono stati aggiunti altri due fabbricati. La torre è in collegamento visivo con due torri andate distrutte, a nord torre Manno e a sud torre di Castillace, la cui presenza è riportata solo sulla carta IGM . E' di proprietà privata ed è sottoposta a vincolo monumentale e paesaggistico.

La Torre di S. Antonio diviene nell'800 sede centrale di un borgo marinaro con attracchi delle navi. Il borgo si collocava all'interno di una fortificazione ed era formato dalla Torre di S. Antonio, dalla chiesetta di Porto Salvo e da una serie di case di pescatori alcune delle quali ancora conservate. Le immagini di tale fortificazione sono visibili all'interno del Codice Romano-Carratelli. Il borgo viveva principalmente di pesca, agricoltura e commercio dell'acqua come si può vedere dalla documentazione del Catasto onciario di Torre S. Antonio. Questa a fine '800 fu acquistata dalla famiglia Badolato, dalla vendita da parte del nuovo Regno d'Italia delle proprietà del demanio borbonico. Nei giardini è collocata l'installazione "Segnacoli" del maestro Alberto Timossi (Napoli 1965). I "Segnacoli", sorti sullo specchio d'acqua del Kothon, vogliono testimoniare il tempo trascorso su un luogo rimasto quasi immutato dalle sue origini. Per lo scultore l'inserimento di un'opera di arte contemporanea in un sito archeologico è un'esperienza unica perché le due discipline si avvicinano e compenetrano in quanto scrutano nella realtà, osservano i dati e li interpretano, sondano l'animo umano e cercano il filo misterioso apparentemente invisibile.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

La Torre Sant'Antonio è un luogo speciale: malgrado le inevitabili manipolazioni che ha subito mantiene integra la struttura originaria e tutto il suo fascino. Si potrà salire sul terrazzo dei merli e dominare con lo sguardo il golfo e, volgendosi, il borgo arroccato di Santa Caterina; infatti, cosa eccezionale per le trasformazioni che nel tempo subisce il territorio, i 2 luoghi ancora si parlano. Anche la guida sarà eccezionale: la dott.ssa Isabella Badolato, che a lungo ha studiato la torre, a cui è unita da un forte legame affettivo in quanto di proprietà della sua famiglia sin dalla fine dell'Ottocento (attualmente proprietario è il fratello Marco). Saranno realizzate tutta una serie di iniziative coinvolgenti. La simulazione dell'attacco dei pirati con l'arrivo di cavalieri in costume, segnali di fumo, suoni di campanacci e campane. All'interno della torre esposizione delle tavole del Codice Carratelli, mostra per bambini delle illustrazioni realizzate dall'intelligenza artificiale dei principali monumenti del borgo, proiezione di un cartone animato sulla funzione delle torri di avvistamento. Nei giardini esposizione dell'installazione "Segnacoli" del maestro Alberto Timossi.

Testo scritto da Delegazione FAI di Catanzaro

Iniziative speciali

Rievocazione storica
Arrivo di 2 cavalieri in costume dell’epoca che avvisano dell’arrivo dei pirati. Sul terrazzo della torre verranno fatti effetti di fumo e suonati dei campanacci per dare l’allarme. Dalla Chiesa di Santa Caterina, su nel borgo, in seguito ai segnali di fumo ed acustici si attiva l’allarme e vengono suonate le campane
Viene suonato il brano “Allarmi allarmi la campana sona... li turchi son tornati alla marina”, coinvolgendo la gente del posto. Sarà possibile visitare la Torre e salire sul terrazzo dei merli da cui si domina tutto il golfo. Durante la visita verranno spiegate la funzione delle Torri di avvistamento e la storia di Torre Sant’Antonio. Esposizione con spiegazione delle Tavole del Codice Romano Carratelli che riguardano le torri dell'area tra cui ovviamente c’è Torre Sant’Antonio. Il Codice è un manoscritto cartaceo risalente alla fine XVI secolo. Si compone di 99 acquerelli raffiguranti città fortificate, castelli, apprestamenti difensivi e territorio della Provincia di Calabria Ultra del Regno di Napoli. Il Codice è di proprietà della famiglia Romano-Carratelli. Il manoscritto è conservato nel Fondo Antico della Biblioteca della famiglia Romano-Carratelli ed è vincolato dal Ministero dei Beni Culturali con decreto n.165/2014. Esposizione con spiegazione nei giardini della Torre dell’installazione "Segnacoli" del Maestro Alberto Timossi.
I Segnacoli sono sorti sullo specchio d’acqua del Kothon per testimoniare il tempo trascorso su un luogo rimasto quasi immutato dalle sue origini. I secoli hanno visto alternarsi culture, credenze, civiltà e culti diversi. La memoria di questi cambiamenti, svanita nel nulla, viene quotidianamente ricercata dagli archeologi che indagano i più piccoli segni per decifrare il tracciato della Storia. Ventisei Segnacoli, uno per ogni secolo andato, diventano la rappresentazione reale e misteriosa della ricerca continua, dell’indagine minuziosa: si ergono sull’acqua davanti a noi, rossi, e si offrono come oggetti di indagine. Con questo spirito, a distanza di due anni, compaiono di nuovo suddivisi in trittici, in luoghi diversi fra loro per caratteristica e missione, ma accomunati da segni distintivi di qualità. Mostra per bambini delle illustrazioni realizzate dall’intelligenza artificiale dei principali monumenti di Santa Caterina dello Ionio tra cui Torre Sant’Antonio. Per l’occasione verrà riprodotto anche un cartone animato per spiegare in modo semplice la funzione delle Torri di avvistamento in antichità.

 

Visite a cura di

Visite a cura della proprietà.

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TORRE SANT'ANTONIO

SANTA CATERINA DELLO IONIO MARINA, CATANZARO

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TORRE SANT'ANTONIO
La Torre di Sant'Antonio è una torre "cavallara" costruita nel XIII secolo che serviva per l'avvistamento delle flottiglie di pirati (balcanici, greci, anatolici) provenienti dal mare. Si definisce "Cavallara" perché era presidiata da due guardie (ognuno detto Cavallaro, da cui il cognome diffuso) che, a cavallo, perlustravano a turno il litorale. I segnali di pericolo erano diffusi con fumo e fiamme (di notte) accese sulla sommità. Se la datazione è precisa, la Torre è la prima (o una delle prime) sulla costa ionica meridionale, e precede le torri angioine e durazzesche similari, della fine del secolo XIV. È collocata vicinissima al mare, a ridosso della torre a pianta circolare è presente la rimessa per i cavalli, che venivano utilizzati dalle guardie per avvisare il villaggio situato sulla collina dell'arrivo dei pirati. Al complesso originari sono stati aggiunti altri due fabbricati. La torre è vicinissima al mare, ed era in collegamento visivo a nord con torre Manno (di cui non ho trovato alcuna traccia) e a sud con torre di Castillace la cui presenza è riportata solo sulla carta IGM. La torre è cilindrica con un diametro di sette metri, ha subito, nel tempo delle modificazioni e per come dice Vittorio Faglia “… delle ingenue manipolazioni…”, ma sono state rispettate ugualmente le sue caratteristiche costruttive, tra cui i merletti, le aperture, la scala esterna ed il colore dell'intonaco. La torre è sottoposta la vincolo monumentale e paesistico, con un'ampia zona di rispetto non edificabile. La torre è di proprietà privata, ed oggi è utilizzata come ‘resort' in un'area fortemente turistica. Il Faglia elenca i torrieri che l'hanno vigilata, partendo dall'anno 1576 con il torriero Tropiano Francesco, nel 1599 il torriero Contestabile Francesco, nel 1613 compare nella carta di Mario Cartaro, nel 170 la custodisce il torriero Sebastiano Burgese, dopo il terremoto del 1638 compare nell'elenco del Blanch, che la ispezione e riporta che: “… abbattuta dai turchi prima del terremoto, necessitano 300 ducati…”, nel 1777 è custodita dagli invalidi (persone che non hanno la qualifica di torrieri) ed ha bisogno di accomodi, nel 1778 è visitata dall'abate Saint De Non che la ricorda per le ‘pulci', nel 1810 è utilizzata nell'ordinamento doganale. Dal libro ‘La frontiera di pietra' di Cataldo Vincenzo, riporta: “… Nel territorio di S. Caterina era posizionata la torre S. Antonio. Nel 1576 la funzione di caporale e di cavallaro era esercitata da Francesco Tropiano (Giuseppe Failla il compagno), nello stesso anno l'assistente veniva surrogato con Filippo Puccio. Nel 1577 gli incarichi furono riconfermati. Capitano nel 1558 era Giovan Francesco Contestabile col soldato Minico Sergi; nel 1598 ritroviamo ancora il caporale Contestabile col soldato Minico Sergi; nel 1616 Sebastiano Borgese e Domenico Ragheli; nel 1707 Giovan Pietro Tuccio e Andrea Mantegna. Sempre nel 1707 avveniva la sostituzione del compagno con Domenico Cerami. Nel ‘Quadro' la torre appariva diruta, sebbene sorvegliata da due torrieri…” (descrizione sintetica tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Sant%27Antonio)
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