La Torre di Sant'Antonio è una torre "cavallara" costruita nel XIII secolo che serviva per l'avvistamento delle flottiglie di pirati (balcanici, greci, anatolici) provenienti dal mare. Si definisce "Cavallara" perché era presidiata da due guardie (ognuno detto Cavallaro, da cui il cognome diffuso) che, a cavallo, perlustravano a turno il litorale. I segnali di pericolo erano diffusi con fumo e fiamme (di notte) accese sulla sommità. Se la datazione è precisa, la Torre è la prima (o una delle prime) sulla costa ionica meridionale, e precede le torri angioine e durazzesche similari, della fine del secolo XIV.
È collocata vicinissima al mare, a ridosso della torre a pianta circolare è presente la rimessa per i cavalli, che venivano utilizzati dalle guardie per avvisare il villaggio situato sulla collina dell'arrivo dei pirati. Al complesso originari sono stati aggiunti altri due fabbricati. La torre è vicinissima al mare, ed era in collegamento visivo a nord con torre Manno (di cui non ho trovato alcuna traccia) e a sud con torre di Castillace la cui presenza è riportata solo sulla carta IGM. La torre è cilindrica con un diametro di sette metri, ha subito, nel tempo delle modificazioni e per come dice Vittorio Faglia “… delle ingenue manipolazioni…”, ma sono state rispettate ugualmente le sue caratteristiche costruttive, tra cui i merletti, le aperture, la scala esterna ed il colore dell'intonaco. La torre è sottoposta la vincolo monumentale e paesistico, con un'ampia zona di rispetto non edificabile. La torre è di proprietà privata, ed oggi è utilizzata come ‘resort' in un'area fortemente turistica. Il Faglia elenca i torrieri che l'hanno vigilata, partendo dall'anno 1576 con il torriero Tropiano Francesco, nel 1599 il torriero Contestabile Francesco, nel 1613 compare nella carta di Mario Cartaro, nel 170 la custodisce il torriero Sebastiano Burgese, dopo il terremoto del 1638 compare nell'elenco del Blanch, che la ispezione e riporta che: “… abbattuta dai turchi prima del terremoto, necessitano 300 ducati…”, nel 1777 è custodita dagli invalidi (persone che non hanno la qualifica di torrieri) ed ha bisogno di accomodi, nel 1778 è visitata dall'abate Saint De Non che la ricorda per le ‘pulci', nel 1810 è utilizzata nell'ordinamento doganale. Dal libro ‘La frontiera di pietra' di Cataldo Vincenzo, riporta: “… Nel territorio di S. Caterina era posizionata la torre S. Antonio. Nel 1576 la funzione di caporale e di cavallaro era esercitata da Francesco Tropiano (Giuseppe Failla il compagno), nello stesso anno l'assistente veniva surrogato con Filippo Puccio. Nel 1577 gli incarichi furono riconfermati. Capitano nel 1558 era Giovan Francesco Contestabile col soldato Minico Sergi; nel 1598 ritroviamo ancora il caporale Contestabile col soldato Minico Sergi; nel 1616 Sebastiano Borgese e Domenico Ragheli; nel 1707 Giovan Pietro Tuccio e Andrea Mantegna. Sempre nel 1707 avveniva la sostituzione del compagno con Domenico Cerami. Nel ‘Quadro' la torre appariva diruta, sebbene sorvegliata da due torrieri…”
(descrizione sintetica tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Sant%27Antonio)