Tra i monti che circodano la parte settentrionale del lago Trasimeno, sulla pendice del Monte Castiglione, si insinua la stretta valle incisa dal Torrente Rio. Lasciato l’abitato di Vernazzano, la strada sale tra un bosco di querce d’ alto fusto e piantagioni d’ulivi fino a raggiungere un piccolo centro abitato più antico sorto nei dintorni della Chiesa di S. Michele Arcangelo (meglio nota come chiesa di S. Lucia). Attraverso un ripido sentiero si raggiunge il torrente e oltrepassato il piccolo ponte in legno si gode uno spettacolo unico: in alto, tra le rovine della cinta muraria, ancor oggi visibile, di un castello antico che racchiudeva la chiesa parrocchiale, una torre pendente protesa sul precipizio, sotto il frastuono delle acque che scendono saltando tra i massi. La “torre pendente” rappresenta ancora un simbolo per i Vernazzanesi e un legame con la storia di questo territorio di confine, ricco di torri e castelli. L’antico castello di Vernazzano apparteneva al Monastero di S. Maria Pretoia, che, a sua volta, ricadeva sotto la diocesi di Città di Castello e tale situazione rimase rebussicstantibus fino al 1202, anno in cui tutti i beni posseduti dal Monastero di S. Maria Pretoia passarono sotto il dominio del Comune di Perugia che così riusciva ad acquisire il pieno dominio delle terre e delle acque del lago Trasimeno. Nel 1383 il castello di Veranzzano venne occupato dai Michelotti, Non fu, certo, operazione facile per Perugia rimpossessarsi del castello poiché le particolari condizioni ambientali lo rendevano ben difendibile anche da una guarnigione composta da pochi elementi. Perugia solo alcuni anni dopo riuscì a riprendere il dominio del castello solo a prezzo di 350 scudi. Nel 1455 fu restaurata la torre di guardia e nel 1479 subì l’attacco dei Fiorentini che lo incendiarono e saccheggiarono. Forse i danni subiti nel corso degli anni erano difficilmente riparabili e, in fin dei conti, irrimediabili. Ma le cause di declino del castrum possono essere rintracciate nella perdita della sua funzione strategica in relazione alla sua estraneità rispetto a percorsi stradali più utilizzati che tagliarono fuori il castello da vie di comunicazione più battute. La sorte del Castello di Veranzzano fu definitivamente segnata nel corso degli anni 50 e 60 del Settecento, quando, prima un fortissimo terremoto, le ingenti precipitazioni e l’azione erosiva del torrente al piede dello sprone roccioso, rovinarono ineluttabilmente l’abitato e portarono la torre alla pendenza attuale. La torre di guardia del castello risulta essere, quindi, la componente più caratteristica del complesso, con la sua pendenza incredibile di 13° circa sulla verticale. Anche la chiesa di S. Michele Arcangelo ormai inutilizzabile verrà ricostruita e inaugurata nel 1772 sull’altro lato del Torrente Rio, facendo nascere un nuovo Veranzzano a poca distanza dal vecchio con la volontà espressa di non perderne la memoria civile e religiosa. Nella nuova chiesa campeggia il dipinto di Anton Maria Garbi (1769) in cui S. Michele Arcangelo sta per trafiggere il demonio con la spada tenendogli schiacciata la testa e, proprio sotto questa immagine, si scorge il caratteristico sperone roccioso, l’antico abitato ancora integro con la torre perfettamente perpendicolare. I dati sono forniti dal Comune di Tuoro sul Trasimeno.
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