Le fonti storiche su Dernice non sono moltissime però risultano sicuramente interessanti.
La torre era sicuramente l’elemento architettonico più visibile di un complesso più vasto, di cui ancora oggi si riconoscono i resti salendo la strada che porta alla sua base, dove attualmente è posizionata una scala in ferro che permette di raggiungerne la sommità.
Secondo lo storico Luciano Pertica (“Libarna e l’allineamento antibarbarico pre-appenninico di castelli cui si appoggiò sino alla fine”, Opera Ss. Vergine di Pompei, Genova 1965).
Dernice faceva parte dell’allineamento antibarbarico voluto e attuato dall’Imperatore dell’Impero Romano d’Occidente Costanzo III, e che partiva dall’antica Libarna, stiamo parlando dei primi 20 anni del 400, ed ancora oggi dalla sommità della torre (che nei secoli è stata abbassata per evitarne il crollo) si scorgono i resti della torre di Montebore e si ha una visuale a 360° sul territorio circostante. (vedi foto del possibile andamento dell’allineamento).
Finito l’Impero, la funzione strategica terminò e con essa anche l’importanza del luogo che tornò ad essere un piccolo borgo, e la torre con il suo complesso perse d’importanza e probabilmente venne usata come cava. dalla popolazione locale.
Durante i secoli il territorio di Dernice è stato oggetto di scambio fra i ducati di Genova e Milano.
All’Archivio di Stato di Torino sono conservate le mappe del Catasto Teresiano, si tratta di planimetrie ad acquarello ed inchiostro datate 1723, la tavola del concentrico di Dernice risulta molto simile a come è adesso il paese, e si vede ben come doveva essere la torre ed il suo complesso all’epoca. (vedi foto)
Nel ‘900 invece sotto le mura del complesso si è svolta parte della guerra partigiana, Gianbattista Lazagna nel suo “Ponte rotto” racconta : “…la nostra tattica di guerra. Primo obiettivo: isolare il nemico…In secondo luogo si stabilirono dei capisaldi difensivi in tutta la zona…i punti chiave erano….Roccaforte per la difesa della Val Sisola; Pertuso e Montebore per la difesa della Val Borbera; Dernice…per la valle Curone…” , e quindi ecco rinascere la linea di Costanzo.