Nel 1626 cominciavano i lavori per il convento di Sant’Antonio. In quell’occasione, si racconta, un frate piantò Il tiglio * (ormai vecchio di quattro secoli) che si ammira di fronte al monastero. Quel tiglio, per secoli, è stato il geloso custode di vita e miracoli dei viandanti che, all’ombra della sua frondosa chioma, si riposavano al ritorno dai faticosi lavori agricoli. Si dice pure che ai suoi maestosi rami, quando la giustizia veniva amministrata in loco, un cittadino, reo di un gravissimo misfatto contro la persona, sia stato impiccato.
Da questo episodio, quando il convento si trovava “fuori terra”, cioè al di fuori del centro abitato, è scaturita la leggenda del fantasma che si aggira, di notte, attorno al tiglio (l’ “esistenza” di questa pianta di quasi quattrocento anni d’età è stata segnalata, con foto, da chi scrive, al FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano - per essere inserita nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia).