"Guardando il paesaggio che vedo dalla finestra del mio studio, a volte cerco di immaginare come fosse la campagna novarese prima della coltivazione del riso... perchè la regione in cui viviamo è una delle più modificate dall'opera dell'uomo che esistano. anche 5 o 6 secoli fa la campagna novarese era completamente diversa da com'è adesso. la pianura era ondulata... la coltivazione del riso è passata come un rullo compressore sopra quel paesaggio, cancellandolo e spianandolo."
con queste parole di sebastiano vassalli del suo romanzo "terra d'acque" presentiamo il nostro luogo del cuore: le risaie e il paesaggio delle acque della bassa provincia di novara. è un paesaggio sorprendente, omogeneo nella sua estensione, ma mutevole di aspetto e di colori nel passare delle stagioni. l'introduzione del riso pare sia stata promossa nel 1474 da galeazzo maria sforza e si diffuse poi rapidamente. la coltura del riso divide la terra in campi, le camere, delimitati da fossi e argini con un ben congegnato sistema di drenaggio: le acque possono scorrere di continuo da una risaia all'altra, data una impercettibile pendenza. i terreni si allagano fra marzo e aprile e quindi seminati. l'acqua è lasciata fino all'inizio della maturazione (6 settimane): è il momento di maggior fascino quando tutta l'area diventa un vero e proprio "mare a quadretti" in estate la pianta cresce e viene mietuta tra settembre e ottobre. sono i canali e le rogge a far prosperare la coltivazione del riso.