TERME DI CARIGNANO

CARIGNANO, PESARO E URBINO

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TERME DI CARIGNANO

TERME DI CARIGNANO, un bene pubblico da recuperare Carignano è un piccolo borgo nato in epoca romana situato nelle Marche e più precisamente nelle colline tra Fano e Pesaro, un territorio ricco di storia e di cultura: prende il suo nome dal proprietario terriero Carinus o Carìnius il cui castello, oggi distrutto, dominava la collina. La fortezza venne ricostruita nel Dopoguerra, ma attualmente purtroppo ne rimane solo parte della Torre che nel XVII secolo sarebbe stata usata per l'avvistamento di navi Barbariche o Turche, avversarie dello Stato Ecclesiastico, per la difesa di Fano. A valle di questo piccolo borgo sorgono le “Terme di Carignano”, uno stabilimento posto all’interno di un parco con tanti alberi secolari ad alto fusto ai margini del torrente Bevano, a pochissimi chilometri dal mar Adriatico. Questo complesso termale ha sempre riscosso notevole interesse sia locale che nazionale ed è sempre stato molto frequentato anche perché era possibile usufruire della convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, ma purtroppo un’alluvione ed altri problemi che si susseguivano da tempo hanno portato alla sua definitiva chiusura avvenuta nel 2014. Principalmente le acque utilizzate erano quelle che provenivano dalla locale fonte Beatrice ed erano ottime per la risoluzione di moltissime patologie: i trattamenti termali venivano corroborati dalle acque del Mar Adriatico, naturalmente saline, dove molti turisti si riversavano dopo aver fatto le cure visto che il mare si trova a pochissimi chilometri da Carignano. L’acqua “Beatrice”, classificata come solfurea e salso-bromo-iodica, veniva utilizzata soprattutto nell'ambito delle cure inalatorie, fra le più efficaci contro le patologie delle alte e basse vie respiratorie e della sordità rinogena. Oltre questa fonte venivano utilizzate anche altre sorgenti quali la "Bevana", fortemente purgativa, e che, contenendo anche iodio, serviva specialmente per bagni salso-iodici indicatissimi nelle affezioni scrofolose, cutanee e nelle forme di alterato ricambio; la "Angiolella", leggermente purgativa da usarsi in tutte le malattie intestinali croniche, in cui sono consigliabili le acque cloro sodiche e la "Orianna", a bassissima mineralizzazione e perciò ad azione diuretica ed anche come acqua da tavola, che veniva imbottigliata e venduta. Attualmente anche se ancora sarebbe possibile lo sfruttamento delle acque, la struttura termale ed i suoi annessi (parco, imbottigliamento, parcheggio ecc) cioè il bene pubblico che da sempre ha fatto parte della nostra storia e del nostro territorio, si ritrovano in una situazione di forte degrado. Purtroppo infatti problemi legati alle varie crisi economiche e di mantenimento dei vari beni e della villa del 1922, hanno fatto sì che questa struttura e questo territorio di interesse paesaggistico e culturale di grande valore andassero perduti. Ora l’intento principale è quello di catturare l’attenzione di tutti su un bene così prezioso che si sta completamente perdendo e sul fatto di tornare a dargli nuova vita, per portare lo stabilimento a risplendere come ai vecchi tempi e tornare a giovare dei benefici dell’acqua “Beatrice” ma anche delle acque delle altre sorgenti che potrebbero essere maggiormente sfruttate rispetto ad anni fa. E’ inoltre assolutamente necessario ridare lustro alla villa e al suo parco secolare per poter fare in modo che tutta la comunità possa usufruirne nuovamente, così come si deve far rivivere un borgo dimenticato ma ricco di storia, tradizioni artistiche ed agricole quale è Carignano.

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