Castello Arabo Normanno:
L'impianto originario del Castello di Cefalà Diana sembra risalire all'epoca greca mentre l'attuale struttura può essere collocata tra la seconda metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo per poi subire nei corsi del trecento e quattrocento modifiche e restauri. Fu edificato solo per funzioni strategiche e militari, dalla sua posizione particolare, garantiva un controllo generale riguardo la viabilità fra Palermo e l'interno cerealicolo della Val di Mazara. I ruderi del castello sono sovrastati da una grandiosa torre quadrangolare. Da alcuni documenti patrimoniali risulta che già dopo il 1093 il bene passò in possesso feudale a Nicolò Abate, col titolo di Baronia. Nel 1300 il Castello e il feudo passarono come proprietà acquisite alla famiglia Chiaramonte che ne mantenne il possedimento per parecchi anni.
Terme Arabe:
Molti storici si sono occupati delle origini di queste terme arrivando a conclusioni contrastanti. La supposizione che le terme fossero una struttura di origine romana non ha ricevuto molti consensi e sembra improbabile; quella riconosciuta da molti studiosi come la più realistica afferma che i bagni siano una rara e bellissima costruzione di origine araba. Un'altra tesi recente attribuisce alla struttura che copre i bagni una realizzazione normanna; questa supposizione è avvalorata dal fatto che Idrisi, famoso esploratore alla corte di Re Ruggero II, nei suoi racconti cita la presenza di Cefalà Diana, ma non dei bagni, così come invece fa con altre strutture termali siciliane. L'edificio all'esterno si presenta come una massiccia costruzione in pietrame su cui spicca un iscrizione araba scolpita in blocchi di arenaria che gira intorno a tre lati dell'edificio. Su uno di questi lati si intuisce la comune scritta araba In nome di Dio clemente e misericordioso. L'interno è a pianta rettangolare con una copertura a botte con dei fori per l'aerazione. La sala è divisa in due parti da un muro a tre archi che si poggiano su due esili colonnine di marmo con capitelli in terracotta; la parte anteriore, molto più grande dell'altra, è stata molto trasformata nel tempo; prima era formata da una sola grande vasca, adesso ne esistono tre. Di originale si possono ammirare alcune parti della gradinata nella vasca a nord, le nicchie adibite alla conservazione degli indumenti e alcuni tratti della pavimentazione. La parte posteriore invece, rimasta originale, rialzata in confronto alla prima, comprende una vasca che serviva come raccolta delle acque termali che sgorgavano dal terreno e venivano poi incanalate nella grande vasca. Le acque termali, motivo della costruzione dell'edificio, sono ormai scomparse dal 1990, a causa di un pozzo costruito nel vicino comune di Villafrati.