Il tempio, costruito in calcarenite locale, sorge su uno sperone roccioso a Ovest della Collina dei Templi ed è separato dal Santuario delle Divinità Ctonie (della terra) dal taglio naturale della Kolymbethra, la "magnifica piscina" realizzata durante il V sec. a.C. in cui confluiva una complessa rete di acquedotti. La tradizionale denominazione è solo convenzionale e deriva dall'interpretazione di un brano di un autore latino che colloca in questa zona un Collis Vulcanius, cosiddetto forse per la presenza di sorgenti di zolfo. L'edificio, di stile dorico (450-425 a.C.), poggia su un basamento di quattro gradini e presenta sei colonne sui lati brevi e tredici sui lati lunghi caratterizzate da scanalature con spigoli appiattiti. L'interno del tempio era suddiviso in tre vani: quello centrale (cella), in cui sono visibili le fondazioni di un tempietto più antico (VI sec. a.C.), era preceduto da un atrio di ingresso (pronao) e seguito da un vano posteriore (opistodomo). Numerosi restauri sono stati eseguiti a partire dal 1928-29 quando, su iniziativa del capitano inglese Alexander Hardcastle, furono rimosse le case coloniche addossate al tempio, sino agli ultimi interventi di tipo statico e conservativo delle superfici lapidee effettuati dal Parco.