Posto nella parte più alta dell'antica città greca, il tempio venne costruito, intorno alla metà del V secolo a.C. Esso è dedicato alla dea Era Lacinia (dal nome romano della dea) moglie di Zeus.
Fu edificato nella seconda metà del V secolo a.C., intorno al 450 a.C. e appartiene come epoca e come stile al periodo del dorico arcaico. Sono stati rilevati segni dell'incendio del 406 a.C. dopo il quale è stato restaurato in età romana, con la sostituzione delle originarie tegole fittili con altre marmoree e con l'aggiunta del piano inclinato alla fronte orientale.
L'edificio è un tempio dorico periptero con 6 colonne sui lati corti (esastilo) e 13 sui fianchi, secondo un canone derivato dai modelli della madrepatria ed utilizzato anche per il tempio "gemello" della Concordia con il quale è accomunato anche dalle dimensioni generali e dalle misure, quasi standardizzate di alcuni elementi costruttivi. Le dimensioni complessive sono di circa m 38,15x16,90. Il fronte presenta interassi leggermente diversi con la contrazione di quelli terminali e l'enfatizzazione di quello centrale. Il peristilio di 34 colonne alte m. 6,44 e costituite da 4 rocchi sovrapposti, poggia su un crepidoma di quattro gradini. Edificato su di uno sperone con un rialzo risulta in gran parte costruito artificialmente.
Presso questo tempio gli antichi Greci solevano celebrare i matrimoni alla conclusione di un particolare rito che vedeva protagonista un'agnella. Infatti, prima che il matrimonio venisse celebrato, gli sposi portavano in offerta un'agnella alla dea. L'agnella veniva bagnata con acqua fredda: se tremava, il matrimonio non sarebbe stato felice e quindi non sarebbe stato celebrato. Col trascorrere degli anni, gli sposi si recavano, in segno di riconoscenza, al tempio anche per donare la cintura della sposa che a causa della gravidanza, diventava troppo stretta. Inoltre, nella parte più ad est del tempio, vi è un altare che veniva utilizzato per i sacrifici in onore della dea Era. Al suo interno vi era una statua raffigurante la dea Giunone alla quale si rivolgevano gli sposi e le donne sposate e tradite, anche per condividere il loro destino. Il suo pavimento era in origine in marmo bianco ma durante la dominazione romana, i pavimenti vennero sostituiti