TEMPIO DI DOMU DE ORGIA

ESTERZILI, CAGLIARI

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TEMPIO DI DOMU DE ORGIA
Domu de Orgia di Esterzili è il più grande tempio a "megaron" nuragico finora conosciuto. L'edificio è racchiuso entro un recinto ellittico (m 48,50 x 28; spessore murario di m 1,50) ridotto al solo filare di base, con ingresso ad O. Il tempio è costruito con blocchi di scisto sbozzati e disposti a filari orizzontali regolari. Ha forma rettangolare allungata (m 22,50 x 7,79; spessore murario m 1,32; altezza residua m 2,40 su 9 filari) ed è orientato N-NO/S-SE, con ingresso a S-SE. Il monumento è preceduto da un vestibolo "in antis" (m 5,15 x 5), costituito dal prolungamento dei muri lunghi laterali del corpo principale e dotato di banconi-sedile lungo entrambe le pareti. Dal vestibolo, attraverso due imponenti ingressi muniti di architrave, si accede a due ambienti rettangolari disposti sullo stesso asse. La prima camera, di pianta rettangolare (m 8 x 4,5), è dotata di un largo bancone-sedile di lastre di scisto. Lungo il suo sviluppo è presente una lastra ortostatica che delimitava una sorta di piccolo ripostiglio. Sulla parete di fondo si apre l'ingresso alla seconda cella (m 3,5 x 4,5), provvista anch'essa di bancone-sedile. Entrambi gli ambienti conservano tracce del battuto pavimentale, con le impronte delle lastre di copertura. Il santuario fu edificato nel Bronzo recente, alla fine del XIII sec. a.C. e si sovrappose ad un villaggio nuragico preesistente che occupava la vasta insellatura del Monte Cuccureddì. Alcune capanne dell'abitato più antico furono inglobate nelle strutture murarie del recinto. Lo scavo di questi ambienti ha restituito pestelli, macine, lisciatoi, denti di falcetto, schegge di ossidiana, ciotole ed olle attribuibili cronologicamente al Bronzo recente e finale. L'indagine archeologica degli strati superficiali dell'area d'ingresso del recinto ha consentito il recupero di un tesoretto di monete di età romana, che attesta la continuità di frequentazione del sito fino ad epoca storica. Il recente scavo del vestibolo ha portato al rinvenimento, nel lato d. del bancone-sedile, di una straordinaria composizione di bronzi votivi, con un personaggio abbigliato di stola che sostiene un cervo da offrire alla divinità e che, nel contempo, fa il gesto di offrire con la mano destra un piatto sul quale sono posati strumenti da caccia (palle da fionda, una corda, uno stocco): un cane, munito di collare, tiene ancora abbrancata la preda. Lo stesso cacciatore offre ancora un muflone, un toro, una colomba poggiata al centro di grandi corna e un uccello che originariamente stava infilato in una spada tramite una fessura passante. La scena è costituita, inoltre, da due sacerdotesse ammantate, rappresentate nell'atto della preghiera, che sostengono una sorta di torcia con le fiamme, e da due figurine maschili con una stola sulle spalle, armati di pugnale, che porgono un'olla a colletto sostenuta da una corda. Ancora, un arciere con veste militare borchiata, che rimanda alla tradizione orientale, ma con un copricapo sormontato da 4 corna convergenti verso l'alto, di tradizione nuragica. L'arciere è simile a quelli ritrovati nel santuario di Santa Anastasia di Sardara. All'interno della prima camera di Domu de Orgia era deposto un altro bronzetto rappresentante un cacciatore offerente che porta sulle spalle un muflone. Nello stesso vano, in corrispondenza del bancone-sedile, sono stati rinvenuti frammenti di olle con decorazioni plastiche, ciotole, vasi per l'acqua necessaria durante le abluzioni rituali e piccoli recipienti in miniatura. Il materiale ceramico restituito dallo scavo è attribuibile al Bronzo finale.
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